“…The Times They Are A-Changin’… ” probabilmente direbbe Bob Dylan, io molto meno cantautorale dico che un critico di Rolling Stones, che di Indie conosce solo i ragazzi del omonimo bagnoschiuma, ha preso l’ennesima cantonata.

Ma forse si, il vecchio Bob, non aveva poi sbagliato, a dir che i tmpi stan cambiando. Se un tempo bastava una copertina rubata, per far di un gruppo un’icona, oggi gli “ascoltatori” (perdonate la pessima definizione) dimostrano evidentemente molto più senso critico di un tempo. Ma non solo, lo palesano ferocemente in una blogosfera veramente selettiva.

Pitchforkmedia considera il quintetto di New York come i nuovi eroi del famoso quarto d’ora Warholiano, incassano in casa Pitch un pesante 9.4, in casa Billboard si piazzano 124 °, ma di fatto il popolo dei blog non sembra affezionarsi alla loro causa.

Incuriosito mi procuro il dischetto e rimango piuttosto freddino di fronte a tanto spocchios classicismo: ma è solo così che si scioglie un critico di Rolling Stones? Uno scialbo mix tra The Replacementes e Bruce Springsteen, ma con la E Street Band lontana anni luce. La cosa più indie che si sente è una parvenza di Guided By Voices. Il tutto è apprezzabile, ma poco più, originali solo gli assoli di organo vagamente psichedelici in odor di vintage sixty.
Ma a guardar l’orologio alla fine di questa recensione, m’accorgo che il quarto d’ora di celebrità  è già  finito, e come vorrebbe Andy: avanti i prossimi!