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Corre l’anno 2007.
Sorge spontanea una domanda: ma il brit pop è morto?
O meglio cosa è rimasto della gloriosa scena inglese degli anni Novanta?
No, non parlatemi dei gruppi da copertina dell’NME di oggi, quelli non hanno nulla a che vedere.
Ma non si può vivere delle glorie passate, d’altronde.
E invece no.
I Super Furry Animals, dal canto loro, sono assolutamente al di fuori dei tempi. Non tanto perchè le pietre miliari della loro discografia (vedi “Radiator” e “Rings around the world” in primis) sono album che girano ancora oggi del lettore (o giradischi) di molti di noi, quanto piuttosto perchè sembra che vivano in una dimensione atemporale, senza che il passare del tempo abbia lasciato alcun segno nella loro musica.
Perchè il loro nuovo lavoro, “Hey Venus!” sembra la raccolta di b-sides dei dischi precedenti. Ottime canzoni, però prive di quella verve che ci si aspetterebbe da un gruppo di un certo “rango”. Probabilmente sono io sola che mi aspetto ancora qualcosa che mi stupisca.
Gli amanti del suono dei SFA non potranno fare altro che adorare l’ennesimo album di Gruff Rhys e soci, dato che le sonorità  non si discostano da quelle consuete e affermate, chi non li conosce (“…c’è qualcuno che non li conosce???) apprezzerà  i suoni pop delle loro ballate da tenere come sottofondo rilassante, ma”…poi?
Cosa resterà  di questo “Hey Venus!” tra un anno?
Una copertina psycho-pop in più da collezionare, ed un disco già  sentito.
Dopo un intro motlo diretto, tipicamente in stile superpeloso, (“The Gateway Song”) che farebbe presagire un album ricco di spunti interessanti, invece i SFA si adagiano con un paio di singoli quali “Run-away” e “Show Your Hand”, impeccabili per quanto riguarda classe e tecnica, ma eccessivamente pomposi, di quei pezzi che entrano immediatamente nelle orecchie, ma con altrettanta velocità  scompaiono dalla scena. Strofa, ritornello, strofa, ritornello.
Qualche coro, qua e là , ad attorniare la lenta ballata “The Gift”, per poi passare a brani decisamente più corposi e ritmati quali “Neo Consumer”, “Into The Night” e “Baby Ate My Eight Ball”, dove esce tutta la carica del gruppo attraverso suoni che ricordano i beatles più psichedelici. Sempre uno sguardo sul passato sixties rivolgono le lente “Carbon Dating” e “Suckers”, forse i pezzi migliori dell’album, il primo in gran parte strumentale anche se la voce (inconfondibile) di Rhys si fa comunque sentire, il secondo con qualche accento folk che sfocia in un finale malinconico-romantico. L’atmosfera cala e si fa più soffusa, per concludersi con “Wolves”, che ci riporta auna qualche reminescenza soul.
I SFA hanno a loro favore l’inconfondibile classe con la quale portano a termine ogni loro lavoro, nonchè la ricercatezza del suono e la perfezione stilistica: purtroppo, trovata la sonorità  ottimale (che è poi quella che contraddistingue ogni brano dei Super Furry Animals), è difficile giungere oltre e rinnovarsi.
I Pulp si sciolsero prima (“…) di cadere nella ridondanza. I Blur hanno cambiato radicalmente suono.
I SFA continuano a regalarci perfetti esercizi di stile.

Cover Album
Band Site
MySpace
Hey Venus! [ Rough Trade – 2007 ] – BUY HERE
Similar Artist: Blur, The Beatles, The Polyphonic Spree
Rating:
1. Gateway Song
2. Run-Away
3. Show Your Hand
4. Gift That Keeps Giving
5. Neo Consumer
6. Into The Night
7. Baby Ate My Eightball
8. Carbon Dating
9. Suckers
10. Battersey Odyssey
11. Let The Wolves
Howl At The Moon