Qualche settimana fa Les Inrockuptibles definiva i The Wombats come ‘la versione da cartone animato degli Arctic Monkeys‘. Come gli Arctic Monkeys, e centinaia di altri gruppi inglesi, anche qui in effetti si parla di profili myspace, passaparola, concerti sold out ancora prima della pubblicazione di un disco, nme e hype. Rispetto agli Arctic Monkeys, però, i The Wombats hanno un’attitudine ben più festosa, senza alcuna pretesa se non quella di divertire e far ballare.

Dal concerto alla Maroquinerie mi aspettavo quindi di essere travolto dall’entusiasmo e dall’allegria di questi tre poco più che ventenni di Liverpool, dai ritmi in levare, dai coretti uh uh uh, da un live fresco, tiratissimo e festoso, sopra e sotto al palco. E, invece, diciamolo subito, i The Wombats dal vivo sono stati una mezza delusione. I singoli “Kill The Director”, “Let’s Dance To Joy Division”, “Backfire At The Disco” funzionano che è una meraviglia, ti si attaccano in testa ed è davvero impossibile stare fermi. Però, attraverso i pezzi più riusciti non riescono a creare quell’ atmosfera che trasforma un semplice concerto in una festa, e non sembrano nemmeno interessarsi più di tanto alla faccenda. E se una quarantina di teenager si scatena e canta le parole di ogni pezzo, più della metà  della Maroquinerie si limita semplicemente a tenere il tempo con il piede. Quei quattro singoli restano irresistibili, di quelli che continui a canticchiare mentre torni a casa in metro e poi per giorni e giorni, per il resto tutto ordinario e tutto già  sentito.

Poca creatività  e poco entusiasmo, almeno non quello che ci si aspetterebbe da tra ventenni alle prese con il loro primo tour europeo. Di questa serata quindi resta poco: qualche coretto, tre ritornelli e quel ‘this is no bridget jones’ che ha fatto la loro fortuna. E per adesso proprio non ci basta.