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“Quello che non è di moda, non andrà  mai fuori moda”.
Parte da questo assioma inconfutabile l’esperienza musicale di Creme, giovane faccia della provincia italiana, che dalla sua può vantare uno sponsor di lusso come Cristina Donà  (che oltre a cantare nella title-track, è anche partecipe della produzione stessa di “Sulla Collina Puoi Seppellire Ciò Che Non Ami Più”).

Un disco intimistico, soffuso anche quando le chitarre si fanno più corpose, quasi punkeggianti, e le valvole saturano.

Un disco volutamente demodè. A camminare per le strade soleggiate della città  con Creme che suona il suo rock sporco dal lettore mp3 ci si sente quasi nell’epoca sbagliata, un frammento dei Sixties sbalzato in un futuro prossimo popolato da splendidi in divise color pastello marchiati come vacche da allevamento e da neo-gangsta postadolescenti dal cappuccio facile, tra vetrine patinate e traffico isterico. Sei decisamente nel momento storico sbagliato, solo quarant’anni di ritardo sono abbastanza per sentirsi un alieno. Da una parte il mondo frenetico e cinico, spietato luna park per chi di scrupoli ne ha pochi; dall’altra tu, un cowboy urbano o qualcosa di simile: restare sempre in piedi è l’unica rivincita.

Maurizio Vierucci, in arte Creme, canta di questo, e lo fa con una sincerità  ed un’ingenuità  spesso disarmanti; i suoi occhi sono quelli di un bambino che scopre l’amarezza dell’indifferenza quando intona i Beatles per il primo amore delle elementari; e poi sono gli occhi di un ragazzo che impara a sopravvivere in una città  difficile come può essere Brindisi o una qualsiasi periferia industrializzata. I brani hanno quel sapore delle cose che nascono in una stanza ma parlano a chiunque voglia stare a sentire: Creme fa quasi tutto da solo, compone, suona la batteria, l’armonica, la chitarra e canta. D’altronde, lo dice lui stesso, fare un gruppo è un po’ morire e ci vuole fegato: meglio fare tutto da sè, come dargli torto? Nel disco convivono le due anime di Creme, quella acustica virata spesso verso un country/folk d’oltreoceano (“Ci Sono Molti Modi Per Essere Felici”) e quella più rock, elettrica ed incazzata (“Tu Che Parli Sempre Tu Che Non Ascolti Mai”). Qua e là  gioca a citare il Bennato degli esordi, strizza un occhio all’America di Neil Young e intanto ricorda il rocchenroll nostrano dei Tre Allegri Ragazzi Morti e l’indole di certi Afterhours e Moltheni.

Un bel disco d’esordio, malinconico e penetrante, suonato come se quella bambina delle elementari fosse ancora lì ad ascoltare.

Cover Album
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Sulla Collina Puoi Seppellire Ciò Che Non Ami Più [ Faier /Venus – 2007 ] – BUY HERE
Similar Artist: Moltheni, Edoardo Bennato, Neil Young, Tre Allegri Ragazzi Morti
Rating:
1. Sulla Collina (Puoi Seppellire
Ciò Che Non Ami Più)

2. Sono O Non Sono Un Ribelle
3. Tu Che Parli Sempre Tu Che Non Ascolti Mai
4. Fare Un Gruppo è Un Po’ Morire
5. Famoso
6. La Mia Gente
7. Il Sentiero Che Porta Alla Fossa
8. Ci Sono Molti Modi Per Essere Felici
9. La Mezza Verità 
10. Dimmi Mamma Quando Torni