I National arrivano per l’unica tappa italiana del loro tour in una Milano bagnata da una pioggia insistente, che verrebbe voglia di rimanere in casa accanto al termosifone. Al rinnovato Musicdrome (già  Transilvania Live) il pubblico si aggira sulle 500 persone e mentre la gente continua ad arrivare, sul palco a provare a scaldare l’atmosfera c’è già  Hayden, cantautore canadese con passato su major e presente da oscuro alt-folker. Una serie di brani chitarra e voce, bisogna addentrarsi verso le prime file per cogliere qualche luccichio nelle canzoni su di un palco ancora prevalentemente buio. Prima di salutare salgono ad accompagnarlo per l’ultimo pezzo una parte dei National, lui ricambierà  partecipando ai cori di “Green Gloves” un’oretta più tardi.

Poco dopo è il momento degli headliner, in formazione a sei. Matt Berninger si dirige al centro del palco, appoggia davanti alla batteria una bottiglia di vino e con la sua voce grave che contrasta con l’aspetto timido e trasandato saluta il pubblico in un italiano tenero e goffo. I primi brani sono subito due delle migliori canzoni dal loro ultimo “Boxer”. All’apertura intimista ma elettrica di “Start a War” segue l’esplosione sonora di “Mistaken for Strangers”. Lo spazio di frequenze medie lasciato libero dalla voce di Berninger, che si muove sempre su registri più bassi, quello spazio che solcato dalle fucilate della batteria di Bryan Devendorf crea il sound unico di “Boxer”, dal vivo viene riempito da strati di chitarre distorte che saturano il non eccezionale impianto del Musicdrome. Il suono cristallino del disco viene grattugiato in frammenti sinceri ma incontrollabili, oscurando in parte la levigatezza della voce e l’energia cinetica dei rullanti nelle orecchie e nel cuore.

Non è un concerto perfetto, insomma, ma c’è tutta l’urgenza di chi dopo quattro dischi suona ancora con la passione e con lo spirito di una band esordiente, di chi non si risparmia e ha voglia di trasformare quasi tutti i finali in nervose code strumentali dove la pulizia del suono viene sacrificata all’entusiasmo di inserire ancora un altro distorsore, di maltrattare il violino che scandisce spesso le contromelodie. E se questo, comprensibilmente, potesse non bastare, rimane tutta l’ammirazione per chi sa scrivere canzoni intense e memorabili. Per chi sa tirare fuori dai medesimi brani che avevamo ascoltato in delicati arrangiamenti acustici (nello stupendo video realizzato per la Blogotheque) asimettriche asperità  elettriche.

Video From The Nite:
START A WAR

MISTAKEN FOR A STRANGER

FAKE EMPIRE

Photo: musicisentropy / CC BY-SA