Le Divan Du Monde è un piccolo locale da trecento persone, nascosto in una stradina ai piedi della collina di Montmartre.

Entrando, il primo pensiero che viene in mente è che non esisterebbe al mondo posto migliore di questo minuscolo teatro con le pareti rosse per ascoltare un concerto di Iron And Wine. E ci sarebbero tutti, o quasi, i presupposti per un concerto speciale: acustica perfetta, pubblico silenziosissimo e attento, musicisti eccellenti e cura maniacale per ogni suono. Due cose soltanto mancano: emozione e passione. Due ingredienti, ma che da soli fanno tre quarti di un concerto.

Perchè il live che Sam Bean porta in scena è indubbiamente eccellente, suonato alla perfezione e senza alcuna sbavatura, ma inspiegabilmente freddo e distaccato. Qualche momento toccante ci sarebbe anche, quando sul palco restano solo Sam, la sua chitarra e la sorella che si muove tra violino e cori. Allora senti quella voce di velluto che scende dal palco per accarezzarti la pelle e ti viene da chiudere gli occhi e immaginare un universo di semplicità  e dolcezza. Come con “The Trapeze Swinger”, a cui è affidata l’apertura del set, da occhi lucidi e momento di assoluta perfezione che da solo vale il concerto, o con “Flightless Bird, American Mouth”, vera perla dell’ultimo “The Shepherd’s Dog”. Ma sono eccezionali ed emozionanti picchi di un concerto che per il resto sguazza in un mare canzoni rivestite di echi reggae e blues, quasi soffocate da suoni, arrangiamenti e strumenti. Che fanno sì che si smarrisca un po’ l’essenza del tutto.

Senza dubbio un buon concerto (e, mi ripeto, “The Trapeze Swinger” arriva direttamente dal paradiso), ma di Sam Bean preferiamo la disarmante semplicità  e l’assoluta limpidezza, musica e canzoni nude.

Link:

IRON AND WINE su IndieForBunnies:

Video della serata:

Photo Credit: Andy Witchger, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons