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Se fossi stato giovane negli anni Settanta allora sicuramente avrei posseduto un vinile di “The Undertones”, quello con l’inno “Teenage Kicks” e cinque ragazzini con la faccia di teppisti in copertina, per intenderci. Il destino ha voluto diversamente: ho un cd comprato qualche anno fa, ma non credo sia la stessa cosa. Sono arrivato in ritardo di quel tanto che bastava per perdersi il punk, quello vero, quello che bisognava esserci per capirlo fino in fondo. Ho visto la fine dell’era del britpop. e vedo ora quella del “tutto fa indie” . E delle reunion.

Grande invenzione, le reunion: basta prendere un gruppo il cui nome è entrato nella mitologia del rock e sbatterlo tra i comuni mortali. E così ecco che nel 1999 una smagliatura della rete spazio temporale riporta tra noi un pezzettino di Irlanda in piena era punk. “Dig Yourself Deep” è il secondo disco post-rinascita degli Undertones; qualche chilo in più e qualche capello in meno, per il resto gli ingredienti fondamentali restano gli stessi di trent’anni fa: canzoni fatte da due accordi e tre minuti, non uno in più, di chitarre fuzzose e riff punkeggianti, come suonavano oltreoceano certi Ramones e in Inghilterra tali Buzzcocks. Mentre a Derry la lotta tra IRA e governo di Sua Maestà  insanguinava le strade (il Bloody Sunday degli U2 è il giorno in cui proprio a Derry, nel ’72, l’esercito britannico uccideva tredici manifestanti) gli Undertones proponevano un’alternativa alla cruda realtà , una via di fuga a base di punk iniettato di pop, Kinks, Jam e testi intrisi di energica vitalità  direttamente dai marciapiedi dei quartieri operai. “Dig Yourself Deep” sarebbe stato un disco degno di nota, fosse uscito trenta anni prima. Persino Paul McLoone riesce nell’improbo compito di non far rimpiangere Feargal Sharkey, voce originaria della band. Manca una “Teenage Kiks” o una “Family Entrtainment”, ma le 14 canzoni dell’album sono altrettante schegge di ottimo punk d’annata, fanno presa nella testa e ci si può facilmente ritrovare a canticchiarle tra una cosa e l’altra.

Eppure… eppure dopo l’ennesimo ascolto continuo a pensare che manchi quel qualcosa di indefinibile, quella scintilla che rende un cd emozionante, che questo disco non aggiunga niente di nuovo e che presto finirà  nel dimenticatoio, la polvere lo coprirà  e io scorderò di averlo mai avuto.
Sarà  colpa del paragone con un passato troppo ingombrante? Forse.
E forse i miti non dovrebbero mai essere riportati sulla terra.

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Similar Artist:: Buzzcocks, The Kinks, Ramones
Rating:
1. Dig Yourself Deep
2. So Close
3. Here Comes The Rain
4. Everything You Say Is Right
5. Him Not Me
6. We All Talked About You
7. Fight My Corner

8. Precious Little Wonder
9. Tomorrow’s Tears
10. Easy Way Out
11. Happy Valley
12. Move Right In
13. She’s So Sweet
14. I’m Recommending Me