Pochi ma agguerritissimi gli appassionati giunti a celebrare il culto supersotterraneo dei sognatori post-punk For Against. Il concerto è davvero “spettacolare” (nel suo piccolo) da un punto di vista strumentale: chitarra affilatissima, basso preciso, batteria indomita. Bello, davvero bello. Un concerto potentissimo, toccante, appagante. Peccato che Jeffrey Runnings la voce l’abbia lasciata a casa sua. Poco male comunque. Jeffrey flirta per tutto il concerto con una decina di fans, emuli di Bob Smith e dei fratelli Reid, signorine pipistrello e punkettone di altri tempi, impegnati per quasi tutto il tempo a pogare, saltare, cantare, fin quasi a saltare sul palco, sfiorando le ginocchia dello smagrito bassista dai modi pacati. Applausi e boati per i pezzi tratti da album classici come “December” e “Echelons” (riscoperti negli ultimi anni) mentre sono accolti con più freddezza le canzoni tratte dal nuovo (e per niente disprezzabile) “Shade Side Sunny Side” (che titolo orribile”…). Il cantato smorto e quasi inaudibile rovina certi brani che con un Bono degli esordi o con uno Ian Curtis (anche un Michael Stipe và ) sarebbero stati eccezionali. Ma bastava pure cercare di mantenere la voce dei dischi in studio e non ci saremmo potuti lamentare. Il pogo raggiunge livelli da concerto metal. Alcune pesantissime spallate gettano per terra due o tre fra gli emuli citati, il sudore gronda copioso, le creste si scontrano con anacronistici cespugli neri. E sopra il palco i For Against rimangono composti, professionali, senza fare troppo caso alla battaglia (suvvia, tutto sommato fuori luogo, esagerata..) che si sta svolgendo sotto i loro piedi. Nonostante questa apparente freddezza i Nostri sono comunque capaci di emozionare per quasi tutta la scaletta (solo verso la fine l’energia e l’intensità  vengono a mancare).

La scarsa affluenza (saremmo stati in 60?), all’Init testimonia comunque sia, il fatto che gli statunitensi rimangano ancora oggi un gruppo sconosciuto ai più, senza essere mai riuscito a entrare nella solita cerchia di nomi famosi del suono oscuro ottantiano. Eppure la loro miscela di indie-pop sensibile e di post-punk tirato e sognante ha poco da invidiare ai grandi nomi della musica wave.
I For Against si sono alquanto affezionati all’Italia (provate a visitare il loro myspace”…), quindi spero di poterli rivedere una seconda volta (era la mia prima) per poter giudicare meglio la resa live del trio.

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