Questa intervista ha rincorso Hanne Hukkelberg per mesi in giro per il mondo.

Il primo tentativo l’estate scorsa. Raggiungiamo Hanne nel bel mezzo della promozione americana del suo “Rykestrasse “’68” e ovviamente le nostre poche domande finiscono per essere accantonate in favore di impegni ben più ‘pressanti’.

Ci riproviamo, con stesso risultato alcune settimane dopo.
Questa volta la giovane norvegese è in partenza per il suo tour negli States e quel continente è così fottutamente grande che è più il tempo che passi in macchina che quello on-stage a suonare. Figuriamoci allora la posta elettronica, quella per mesi interi nemmeno la controlli.

Il terzo tentativo, nonostante finisca per avere esiti del tutto simili ai precedenti, apre speranzose prospettive.
Questa volta infatti grazie all’intercessione di Gry Brà¥tømyr, manager dell’artista, otteniamo la promessa che una volta ritornata dal suo forzato ‘isolamento compositivo’ nello sperduto nord della Norvegia, la Hukkelberg ci avrebbe concesso questa tanto sospirata intervista.

Queste poche domande dopo aver viaggiato in lungo e largo per la rete e aver subito comprensibili aggiornamenti, trovano finalmente le risposte che ci aspettavamo.
Si parla di quel capolavoro che è stato “Rykestrasse “’68”, di un talento cristallino che fin dagli esordi chiama in causa “‘importanti’ paragoni (Bjork, Cat Power ma anche mostri sacri quali Billi Holliday e Nina Simone), si finisce per accennare al nuovo disco, il terzo, atteso per il prossimo aprile.
Anche solo per queste anticipazioni è valsa la pena aspettare tutto questo tempo.

Ciao Hanne. Mentre preparavamo quest’intervista abbiamo letto sul tuo sito alcune novità  sul tuo prossimo album. Cosa ci puoi anticipare ? Hai recentemente parlato di molte sorprese in merito alla tua nuova produzione discografica, siamo curiosi”….
Posso dirvi che per comporre il materiale del mio nuovo album sono stata sette mesi in un’isola nel nord della Norvegia e che in quel periodo sono stata ispirata da noise rock, new wave e tutti i tipi di musica indie. Il disco uscirà  in aprile in tutto il mondo.

Si, abbiamo letto che sei stata in questo villaggio nel nord della Norvegia per sette mesi. Cosa conservi di questa esperienza così diversa dalla precedente (“Rikestrasse “’68” è stato composto interamente a Berlino) ?
Il nord della Norvegia è un posto calmo e isolato. E’ stata un’interessante esperienza sia comporre in una città  molto affollata sia in un paese così tranquillo, queste situazioni mi hanno influenzato in maniera molto diversa. Ho sentito il bisogno di comporre canzoni rilassate in una città  rumorosa e musica “‘rumorosa’ in un villaggio così tranquillo.

Ti aspettavi tutti questi apprezzamenti per “Rykestrasse “’68”? La “Bibbia” The Wire l’ha inserito tra i migliori 50 dischi del 2007 !!! (per quel che conta, era anche nella mia personale top ten di quell’anno “…)
Grazie, ne sono onorata! Mi fa veramente piacere. Sapere che la gente apprezza la mia musica rende il mio lavoro importante.

Fin dall’inizio della tua carriera la tua musica si distingue essenzialmente per l’utilizzo di strumenti non convenzionali. Campanelli, carillon, vari oggetti come bottiglie, bicchieri, vecchie macchine da scrivere. Qual è il motivo di questo approccio così originale? Il desiderio di comporre musica “fuori dal comune” o semplicemente un personale desiderio di sperimentare?
Il motivo per il quale ho utilizzato suoni e oggetti non musicali deriva più o meno da coincidenze. Ho iniziato usando una penna su un bicchiere d’acqua e questo concetto si è poi sviluppato con il tempo diventando un grande ingrediente della mia musica.

Questo approccio creativo viene fuori soprattutto dal vivo. Ti abbiamo visto suonare a Roma nel 2007 e ricordo il tuo batterista impegnato a suonare più di 10 diversi strumenti, tra cui l’ormai irrinunciabile laptop.
Molti dei mie musicisti suonano diversi strumenti. Ci sono molte componenti della mia musica da portare sul palco, così questo è assolutamente necessario. Qualche volta capita che qualcuno suoni strumenti che non conosce molto bene, ma mi piace il suono imperfetto, rende la musica più viva.

Cosa pensi dei tanti confronti con Bjork che vengono utilizzati per parlare della tua musica. Secondo me non avete molto in comune se non la provenienza nord-europea e ovviamente un grande talento.
Wow, che posso dire ? Grazie !

Credi in una possible relazione tra musica e geografia? Essere nati in Norvegia ha influenzato in qualche modo il tuo suono, la tua scrittura?
No, non credo. Il modo con cui uno scrittore scrive e più legato ad un bisogno, alle possibilità  che si ottengono e a quanto ognuno di noi si sforza per ottenerle. Penso che tu possa trovare più elementi di paragone tra i norvegesi e persone di altri paesi, che non tra i norvegesi stessi.

Il titolo “Rykestrasse “’68” nasce dal civico della strada berlinese nella quale hai soggiornato durante le registrazioni dell’album. Senti il bisogno di vivere in una città , attuale centro nevralgico della cultura europea, oppure sei troppo affezionata alla Norvegia per lasciarla ancora?
Ho già  vissuto a Berlino, non sento il bisogno di tornarci, nonostante ami questa città . Sono una persona desiderosa di guardare avanti e raramente mi guardo indietro o provo nostalgia per i posti dove ho vissuto (anche perchè questi cominciano ad essere molti”…quasi 25″…).

Oltre alla splendida cover dei Pixies (“Break My Body”) contenuta nel tuo ultimo album, dal vivo suoni un incredibile versione di un classico dei Kinks “All Day And All Of The Night”. Come mai questa scelta? Sei appassionata di musica sixties?
Ho ascoltato musica degli anni ’60. Ascolto tanti tipi di musica, ma “All Day And All Of The Night” è venuta fuori quando uno show della televisione norvegese ha chiesto a gruppi di musicisti di interpretare a modo loro cover di canzoni dei Kinks. Da allora questo brano fa parte del nostro repertorio.

Cosa ti lega ai ragazzi del collettivo Jaga Jazzist? Se non sbaglio alcuni di loro ti seguono in tour. Ho visto i Jaga suonare a Roma alcuni anni fa, il concerto è stato semplicemente fantastico, forse uno dei migliori mai visti.
I Jaga Jazzist sono fantastici! Sono tanti e se tu vivi nella piccola Oslo, finisci per conoscere tutti. Con alcuni di loro ho studiato, e mi hanno assistito sia nella registrazione del disco sia dal vivo.

Parlaci del progetto Ignore. Quando è nata questa band? Quando uscirà  il successore di “Happiness Not Yet Won” realizzato nel 2006?
Ho studiato anche con Gaute Storse. Gaute, io, il mio bassista Henning Sandsdalen e batterista Kjetil Bremer avevamo una rock band in passato. Dopo questo Gaute ha formato gli Ignore con i quali io ho semplicemente collaborato nel disco “Happiness Not Yet Won”. Penso che Gaute stia realizzando il nuovo album”….

Per concludere Hanne parliamo degli States. Hai suonato al SXSW ad Austin, probabilmente uno dei migliori festival nel mondo. Che tipo di esperienza è stata?
Una grande esperienza! In quel periodo abbiamo girato per intero gli States. E’ stato grande vedere questo immense continente. Tornerò lì alla fine di quest’anno, girerò in tour gli USA e l’Europa per promuovere il mio nuovo album.

INTERVIEW WITH HANNE HUKKELBERG ENGLISH VERSION

Link:
HANNE HUKKELBERG Official Site
HANNE HUKKELBERG MySpace

HANNE HUKKELBERG su IndieForBunnies
Recensione “LITTLE THINGS”
Recensione “RYKESTRASSE ’68”

HANNE HUKKELBERG Live @ Brancaleone (Roma 21/04/2007)