The Balky Mule
The Lenght Of The Rail

C’è quella ragazza che abbozza un sorriso sul quale ci si può ricamare sopra qualunque storia. Nessun punto di riferimento da un gesto appena accennato, in cui puoi scorgere di tutto: timidezza, interesse, finzione, allegria, tristezza malcelata. Nessuna linea di demarcazione in ciò che si vede in tante cose, troppi sono i timidi segnali che hanno la forma di tutto e niente. Nemmeno il rosso sembra quello che è, con le mille sfumature che riesce a creare. Da un po’ di tempo hanno deciso che si possono abbozzare le canzoni e le melodie, miracoli della bassa fedeltà , una necessità  per tanti e un dogma per molti. Dietro il nome di The Balky Mule si cela Sam Jones, esponente, già  da diverso tempo, della scena indipendente di Bristol, non quella del trip hop, ma quella di band come i Movietone o i Crescent, che fanno del lo-fi la propria religione.

“The Lenght Of The Rail” accenna ad un sacco di cose, come le melodie folk, i beat elettronici che rimandano ad un Beck chiuso da troppo tempo nella sua cameretta a smanettare sul pc, ma non affondano mai le mani in una direzione precisa. L’intento pare essere propio questo, costruire bozzetti di canzoni ed arricchirli con piccoli ornamenti artigianali senza creare qualcosa di realmente tangibile. Il risultato è altalenante nonostante la coerenza stilistica, le canzoni procedono indolenti, delicate e sembrano sempre sul punto di esplodere o rifugiarsi in una melodia classica, però poi sfuggono di mano e vanno via via nascondendosi sotto una coltre di arrangiamenti volutamente imperfetti ed una voce sbilenca. Un bel disco semplicemente accennato.

MySpace