Questa è la notte giusta per tornare a casa. Alla ricerca del tempo perduto vagoliamo tra le oscure strade provinciali, che come radici nel terreno si perdono nella profondità  dell’hinterland napoletano. Stavolta la bussola è puntata verso l’Hana-Bi, piccolo club adagiato sulla via di Nola, una luce accesa nel deserto di bar e pompe di benzina della Variante 7 bis.

L’occasione è delle più ghiotte stasera: finalmente Moltheni torna in terra campana con la band al completo per deliziare i palati asciutti di chi brama musica dal vivo con avidità . Tuta di felpa nera, camicia colorata a quadrettoni, scarpe azzurro fluorescente, folta barba castana e l’immancabile cappello di lana nero: Umberto Giardini si presenta così, boscaiolo folk post-nucleare, facendosi largo tra il pubblico prima di raggiungere il palco.

Si parte subito diretti, senza giri di parole, con le note secche e taglienti di “Vita Rubina” e si prosegue sulla scia dell’ultimo disco perdendosi tra le agrodolci virate dell’ancor più luccicante “Gli Anni Del Malto”. La band che accompagna il cantautore di Sant’Elpidio A Mare è un ensemble di gran lusso, con Giacomo Fiorenza al basso Fender che guarda dall’alto dei suoi quasi due metri l’inconfondibile piano wurlitzer di Pietro Canali, la chitarra elettrica di Alessandro Fioroni e la spumeggiante batteria di Andrea Mancin, già  visto all’opera con i My Awesome Mixtape.

Moltheni è ormai un veterano delle scene musicali, si muove sicuro nell’ampio mare della sua nutrita discografia, sa affondare i colpi decisivi al momento giusto, fa vibrare la voce melodiosa e spessa lasciando appagato il pubblico fedele. Va a finire che più di un balzo al cuore prende i presenti, specie quando partono canzoni storiche come “Il Circuito Affascinante” , “In Porpora” o come l’inattesa e richiestissima “Il Bowling o Il Sesso?”, vortice rock, vero anatema energizzante, uno sputo in faccia a tutto ciò che c’è di mollo e insulso nel (piccolo) mondo musicale nazionale. Rannicchiato sulle proprie chitarre acustiche Moltheni snocciola una ad una le sue canzoni più significative, testimonianza lampante che un altro mondo è possibile. Sensazione avvalorata specie dopo aver sentito le rotondità  nostalgiche di ” L’Età  Migliore”, la potenza di “Nella Mia Bocca”, fino ad arrivare alle levità  cristalline di “Corallo” e “L’Attimo Celeste (Prima Dell’Apocalisse)”. In mezzo ci scappa la confessione del prossimo singolo ““ “L’Amore Acquatico” ““ ed un inedito preso dall’album fantasma “Forma Mentis”.

Il cantautore marchigiano ringrazia ripetutamente gli astanti, evidentemente emozionato dal fatto che tutti cantino le parole dei vari brani, divenendo così un corpo unico con la band. Il tempo scorre via veloce e non ci si accorge che sono passate quasi due ore dall’inizio del concerto. C’è però ancora spazio per un breve encore , ultimo abbraccio prima del definitivo saluto. “Montagna Nera” e la rutilante valanga sonora scatenata dalla lunga coda psichedelica di “Eternamente, Nell’Illusione Di Te” sono il triplice fischio finale di un concerto di altissimo livello, ennesimo esempio della importanza totemica che Moltheni possiede nel panorama musicale odierno e non.
La Variente 7 bis ulula tra i lampioni annoiati e noi, felici come non mai, ci perdiamo nella notte con un sapore diverso da rimestare tra papille gustative tirate a lucido.

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MOLTHENI Official Site
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MOLTHENI su IndieForBunnies:
Recensione “I SEGRETI DEL CORALLO”
Recensione “TOILETTE MEMORIA”
Intervista con MOLTHENI