Copertina molto a tema con la musica per il nuovo dei Long Distance Calling. Difficile vedere dove inizia a morire il sole. E’ la più ancestrale delle fedi quella che ci dice che al crepuscolo ci dice che il sole sorgerà  ancora. Eppure ci deve essere ancora in fondo al cuore dell’uomo quella stilla di purissimo terrore, ogni sera, ogni volta che la stella più vicina al pianeta terra si inabissa in un lago di sangue dietro l’orizzonte. C’è in “Avoid The Light” questo senso di imminente misteriosa attesa, come quella porzione di tempo indefinita in cui il sole tramonta.

Sicuramente c’è del già  sentito, melodie sospese che nei cambi e in nelle contrazioni più nervose si avvicinano a certe cose degli Isis, riff stoppati perfettamente circolari di scuola Ozric Tenctacles forse. La band tedesca però di suo ci mette un gusto personale nei dosaggi, la frequente capacità  di creare e mantenere delle dinamiche coinvolgenti, qualità  non scontante che a volte possono sfuggire ad altri artisti ben più noti che nelle lunghe progressioni del post rock a volte si perdono. E soprattutto un drumming sempre molto ispirato e pieno di spunti originali. In realtà  il lavoro di bacchette di Janosch nel precedente album (“Satellite Bay” – 2007) impressionava ma risultava perfino troppo presente o soverchiante a tratti.
Difficile staccare i singoli brani, la continuità  che rende ancora più apprezzabile questo album nel suo insieme, rischia a suo modo di essere anche il limite stesso dei Long Distance Calling.

Quanti album è possibile sfornare utilizzando questa medesima ricetta? Probabilmente consapevoli di aver con questo scondo album sparato le loro cartucce migliori, i nostri cominciano a guardare avanti sondando il terreno del cantato grazie Jonas Renkse (genuflessione, stiamo parlando del frontmane e fondatore dei Katatonia) guest vocalist in “The Nearing Grave”, traccia in effetti decisamente riuscita con qualche sfumatura di A Perfect Circle.
In ultima analisi siamo davanti ad un’altro di quegli album che del post rock eredita le architetture, pescando dal prog-rock nelle progressioni e dal metal quando i ritmi incalzano. Qualcuno da qualche tempo ha iniziato a chiamarlo post metal. E mi sembra giusto.

Cover Album
MySpace
Avoid The Light [ Superball – 2009 ]
BUY HERE
Similar Artist: Isis, Ozric Tenctacles, Daturah
Rating:
1. Apparitions
2. Black Paper Planes
3. 359 °
4. I Know You, Stanley Milgram
5. The Nearing Grave
6. Sundown Highway