Ennesimo remake di un slasher movie canadese a basso budget dell’81, uscito in Italia con il titolo “Il Giorno Di San Valentino”, mutilato a causa di una forte censura, amato dai fan del genere tra cui Quentin Tarantino che lo ha definito: ‘il miglior splatter di tutti i tempi’ e annunciato in pompa magna con l’ennesimo tentativo di riproporre il 3D nei cinema, la pellicola di Patrick Lussier, fedele montatore di Wes Craven, s’inserisce nel filone delle rivisitazioni horror in chiave moderna dei vecchi classici del genere con l’aggiunta, apparentemente invitante, della terza dimensione applicata all’horror.

La piccola cittadina di Harmony ruota attorno alle fortune della miniera locale, tristemente nota per un fatto di cronaca avvenuto dieci anni prima, in cui morirono 5 persone in un incidente nei sotterranei della miniera a causa di un’esplosione, e per il massacro di 22 persone con un piccone, perpetrato esattamente un anno dopo, durante la festa degli innamorati, ad opera di Harry Warden, unico sopravvissuto svegliatosi dal coma seguito alla tragedia. Tra i ragazzi che sfuggirono alle mire furiose del terribile assassino c’è Tom Hanninger (Jensen Ackles), figlio del proprietario della miniera, che torna in città  dopo la morte del padre, deciso a vendere il luogo nefasto che sconvolse la sua vita e quella dei suoi abitanti ed a fare i conti con il suo passato, che include Sarah (Jaime King) la sua ex ragazza dell’epoca, ora sposa al suo ex migliore amico Axel (Kerr Smith).

L’horror sta vivendo una nuova fortunata stagione cinematografica a colpi di remake, rivolti al pubblico di teenager ed ai vecchi nostalgici della stagione d’oro del genere, che visse la sua epoca d’oro negli anni 80: ma mentre i secondi si distinguevano spesso per il basso budget che permetteva una grande attenzione alle sfumature narrative andando ad indagare le paure di una generazione, fissandosi indelebilmente nell’immaginario collettivo, queste rivisitazioni avventate divengono una mera operazione commerciale, snaturando ogni tentativo autoriale degli esordi ed attestandosi nel solo e puro campo dell’intrattenimento visivo. Non è esente da tali colpe la pellicola diretta da Lussier, che seppur in possesso di uno script potenzialmente affascinante, si riduce alla messa in scena dei soliti clichè del genere. Sono banali quanto prevedibili i tentativi di suspance disseminati lungo la narrazione, che si dipana con un ritmo discreto e altalenante verso uno scontato finale che tiene aperto il solito sequel già  in fase di lavorazione, lasciando al solito studiato audio extradiegetico ad alto volume la briga semplicistica di caricare d’ansia le scene più sanguinolente e improvvise con scarsi risultati.

Il 3D viene utilizzato ancora alla maniera degli anni 80 non aggiungendo nulla al discorso visivo, e vien da chiedersi se siano davvero solo queste le acclamate potenzialità  delle nuove tecniche tridimensionali, limitandosi a comparire in alcune sequenze appositamente studiate ma di scarso impatto sia emotivo che spettacolare.
Il risultato è un horror di media fattura, con una sceneggiatura lacunosa che spinge il pedale sulla soluzione grandguignolesca esasperandone i toni, condita da una tediosa cornice sentimentale, con l’aggravante dello specchio per allodole costituito dal tridimensionale.

Locandina
Titolo Originale: My Bloody Valentine 3-D
Regia: Patrick Lussier
Sceneggiatura: Todd Farmer, Zane Smith
Fotografia: Brian Pearson
Montaggio: Cynthia Ludwig, Patrick Lussier
Interpreti: Jensen Ackles, Jaime King, Kerr Smith, Tom Atkins, Edi Gathegi, Betsy Rue
Origine: USA, 2009
Durata: 101′

TRAILER: