Se fossi Brian Molko dei Placebo me ne infischierei dei trend musicali e andrei dritto per la mia strada. Farei cominciare il mio nuovo disco con un bel power chord, come se il brano avesse avuto una pausa chissa dove.
Inoltre, se fossi Brian Molko, manderei a fare in culo l’etichetta che ho contribuito ad arricchire, me ne farei una da solo o me ne cercherei una che mi facesse fare la musica che mi piace. Non che prima non fossi libero di farlo, ma se voglio dire un ‘fuck’ in una canzone non voglio che mi rompano le palle con silenzi ed asterischi a mascherare una parola oscena che tutti pronunciano.
Poi farei un bel disco schitarrato, pieno di quei bei testi cinici e sinistri, storie di amori incompiuti e senza Happy End di sorta.
Se fossi Brian Molko userei la lettiera per gatti come titolo di una canzone perchè essendo Brian Molko me ne fotterei e perchè l’ho fatto io è figo.
Poi, siccome mi piacciono i Franz Ferdinand e quella canzone dei Nine Inch Nails che credo si chiami “Only”, farei un brano sfacciatamente scopiazzato, perchè tanto sono Brian Molko e voi chi c**** siete?
Poi scriverei una canzone dal testo molto cinico e terribilmente romantico, a tal punto da far scendere la lacrimuccia agli ignari ascoltatori che si scomodano ad ascoltare le canzoni:

Raccolgono i miei pezzi / raccolgono i tuoi pezzi / sarai dentro un sacco prima che finisca il giorno / cercavamo di essere qualcosa / cercavamo di fare qualcosa / stupido io a credere di potermi fidare di uno stupido te / in fondo alla mia testa c’erano direzioni che capivo / adesso un altro sorso di Johnny Walker / rovinerà  i nostri piani / i nostri migliori piani / non lasciarmi qui a sorseggiare il tempo / senza una mappa / non lasciarmi qui mio faro guida perchè io / io non saprei da dove ricominciare.

Se fossi Brian Molko metterei insieme la mia three pieces band e suonerei in studio i pezzi del mio nuovo album fino a renderli perfetti, con qualche aggiunta strumentale ed un bel tessuto di chitarre come caratterizzazione fondamentale dell’opera.
Se fossi Brian Molko curerei molto le fasi conclusive dei brani del nuovo disco, rendendole delle ballate formidabili. Curerei molto le sonorità  in modo da avere un ben preciso marchio di fabbrica, evidente in ogni traccia.
Alternerei inoltre brani tirati e ballate, in modo da evitare di suonare sempre uguale e che quegli infami di critici musicali comincino con la loro cantilena inutile ‘sono troppo ripetitivi e blah blah blah’.
Mi piacerebbe, se fossi Brian Molko, infine confezionare un buon disco che i critici mi stroncassero ma che sotto sotto ascolterebbero scuotendo la testa su e giù perchè ‘è solo rock and roll ma mi piace’.
Meno male che non sono Brain Molko, non sono uno dei Placebo e non ho appena pubblicato un buon disco.

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