“Lo sguardo di Ulisse” non è solo un bel film di Theo Angelopoulos del 1995 ma è anche un festival estivo napoletano che ogni anno presenta un cartellone di tutto rispetto che unisce sapientemente musica di qualità  a intrattenimento.
Si definiscono ‘melting pop’ e, forse, il termine che si sono affibiati calza a pennello dato che, in questi anni, hanno fatto rivivere a Napoli numerose culture, non solo musicali, incoraggiando la diffusione anche di musicisti e artisti ai più sconosciuti.
“Lo sguardo di Ulisse” riesce a focalizzare l’attenzione sull’intero panorama internazionale spaziando dal cinema alla musica, dalla pittura alla tradizione popolare.

Ricordo un bellissimo concerto di Francesco De Gregori con Giovanna Marini a Castel Sant’Elmo, impegnati nel tour “Il Fischio Del Vapore”, o la performance ipnotica della Cinematic Orchestra al Parco dei Quartieri Spagnoli.
E poi la musica calda dei Tinariwen, Milton Nascimento (invito gli organizzatori a richiamarlo per la prossima estate, offre dei concerti incredibili), Emir Kusturica & No Smoking Band e tanti altri.

Quest’anno hanno fatto aprire la rassegna a Philip Glass che ha offerto una serata di “musica da camera” pianoforte, violoncello e percussioni.
La serata del 19 luglio ha visto l’ensemble carioca di Stefano Bollani prodursi sul palco in uno show verdeoro colorato e divertente con alcuni siparietti comici proposti da un Bollani sempre gigionesco, coadiuvato dai musicisti.
La scaletta della serata è stata succulenta, soprattutto per gli appassionati di musica brasiliana : Pixinguinha, Moacir Santos, Chico Buarque, l’immancabile Tom Jobim.
I brani sono stati arrangiati con raffinatezza (merita una menzione speciale “Na Baixa Do Sapatero” arrangiata dal chitarrista Marco Pereira) e sono stati eseguiti con rigore e stile.
Il 21 è stato il turno di Enzo Avitabile con Bottari e Scorribanda che ha proposto la sua ricerca, che ormai si protrae da diversi anni, volto ad un recupero di un suono primitivo delle botti che, unita ad un dub contemporaneo, metropolitano, dà  vita ad un afro-beat tutto partenopeo.

Ma il vero e proprio evento è stato il concerto di David Byrne del 23 luglio che ha allietato una platea gremita in ogni ordine di posto.
David Byrne, da aspirante prestigiatore, ha tirato fuori dal cappello una sequenza di canzoni di fuoco, in prevalenza tratte dai lavori dei Talking Heads, arrangiate in maniera magistrale e interpretate da un tris di ballerini, rigorosamente vestiti di bianco come il resto della band e Byrne stesso, in maniera essenziale.
Tre coristi hanno fatto rivivere atmosfere funky e gospel d’altri tempi e hanno contribuito all’impianto coreografico mentre il capobanda raccontava la sua storia attraverso le sue canzoni.

Il pubblico variegato, inizialmente seduto, si è letteralmente scaraventato sotto al palco, assecondando le richieste di Byrne, ballando e cantando a squarciagola brani come “Heaven”, “Air” o “Life During Wartime”.
Un concerto surreale, poliritmico, geniale che ha concluso nel migliore dei modi un festival che, ancora una volta, è riuscito ad offrire musica di qualità .

Link:

  • LO SGUARDO DI ULISSE Official Site