Quando ho appreso che sarebbe uscito un nuovo disco di Ian Brown, uno dei miei artisti preferiti mi sono collegato al suo sito www.ianbrown.co.uk e, con stupore, ho visto che c’era proprio nella home page il video del primo singolo “Stellify”.
Osservando nel video la sua camminata strafottente (poi scimmiottata da Richard Ashcroft e Liam Gallagher) mi viene proprio da dire che è stato il precursore di 20 anni di pop.

Come solista il nostro ha negli anni consolidato una sua precisa fisionomia, con un pop molto poliedrico, con ampie orchestrazioni ed arrangiamenti che vanno ben oltre il clichè bass-guitar-drums-voice.
Proprio “Stellify” è l’incipit del sesto disco da solista dell’artista che nulla fa per nascondere il suo accento mancunian. Una sorta di ballata cadenzata con un crescendo che la trasforma in una sorta di marcia da parata militare, con tanto di fiati e grancassa. Un bel brano, che Ian aveva scritto, pensate, per la stellina Rhianna salvo poi notare che era adattissimo a lui e riappropriarsene.

L’album nel suo complesso suona molto più radiofonico rispetto ad esempio al precedente e più raffinato “The World Is Yours”. Il fido Dave McCraken in cabina di regia, produttore già  di “Golden Greats”, “Music Of The Spheres” e “Solarized”, confeziona un disco molto curato e leccato. Come ad esempio “Marathon Man”, bel pezzo pop che comincia ricordando “I Want Your Sex” di George Michael e si trasforma nel ritornello in qualcosa simile ai Pet Shop Boys.
E che dire di “Crowning Of The Poor” che sembra una delle basi del british rapper The Streets.
Degna di nota e senz’altro “Just Like You” dove una bella tastiera cadenzata ci accompagna delicatamente nel nostro alternative dancefloor preferito, dove il nostro artista non mancherà  di strizzare l’occhio alla dance anni ’80 tipo Sandra (quella di “Maria Magdalena”) con “Own Brain”.

Le citazioni sono da fare accapponare la pelle, per un appassionato di musica indie come me, che è sempre stato alla larga dal mainstream in heavy rotation.
Ma Ian Brown riesce comunque a fare una buona figura, nel suo modo (“My Way”) di interpretarlo e svecchiarlo.
Ma il capolavoro è un’altra cosa ed io ancora canticchio nella mia testa”….
I’m standing alone
you’re weighing the gold
I’m watching you sinking
Fool’s gold

SVECCHIABILE.