Cosa pensare di un gruppo canadese che si chiama come il diminutivo italiano di Luigi? Magari pronunciato alla francese “‘sgisgì’. E più che di un gruppo qui si tratta quasi di un collettivo, viste tutte le persone che suonano e che vengono ospitate all’interno di “Maintentant”.

Nick Krgovich è l’uomo, la mente che sta dietro a tutto l’ambaradan: già  impegnato nei progetti P:ano e No Kids, il musicista fa esordire i suoi Gigi con un disco che è un vero e proprio tuffo nel passato. E che passato, verrà  da dire dopo l’ascolto della prima traccia. I quindici episodi protagonisti dell’album in questione non sono che un omaggio al Pop anni Sessanta di memoria Spectoriana: melodie infinitamente orecchiabili e semplici, memorizzabili in pochi ascolti, arrangiate con un gusto e un’accuratezza invidiabili. Ogni singola voce e ogni singolo suono, i rintocchi di piano, le ritmiche scarne ma incalzanti, le chitarre e quel “wall of sound” sembrano tutti provenire da più di quattro decenni fa. Tutto merito di una composizione solida e dell’ottima produzione di Colin Stewart, che grazie anche alla registrazione dal vivo ha saputo catturare la magia di quella musica immortale.

Gli amici musicisti che Krgovich ha radunato per la realizzazione di “Maintentant” non si contano: abbiamo gente proveniente dai Black Mountain, così come Owen Pallett direttamente dai Final Fantasy o Mirah e Zach Pennington dei Parenthetical Girls. A prestare voci e strumenti ci sono anche Rose Melberg e Karl Blau, e ci si ferma nell’elencazione dei collaboratori poichè alquanto numerosi.

Credit Foto: Michelle Maine