Dopo le nebbie gotico-dreamy-industriali in bassa fedeltà  dell’eccellente “The Spoils” è giunto il momento della tenebra cristallina di “Stridulum”, mini-album di sei brani che testimonia l’ulteriore crescita artistica della giovane cantantessa in nero Nika Roza Danilova a.k.a. Zola Jesus, prezioso virgulto dell’underground americano e voce femminile del progetto Former Ghosts (del quale fanno parte anche Jamie Stewart degli Xiu Xiu e Freddy Ruppert).

Con “Stridulum” la cifra di Nika si fa meno sporca e più elegante. I beat sono sempre marci e martellanti, sordi colpi che fendono impietosi una tenebra ricolma di scie e tappeti di synth ghiacciati e di vocalizzi stregoneschi, una tenebra un tempo malsana che però ora diviene d’un tratto leggera, respirabile, tersa (almeno apparentemente).

“Night” è una filastrocca semplice (come d’altronde il suo titolo) dalla musicalità  tanto fragile quanto monolitica. “Trust” è mestizia post-nucleare e speranza soffocata, in un difficoltoso ma non impossibile equilibrio tra luce e disperazione. In “I Can’t Stand” la lotta tra senso di claustrofobia e bisogno di redenzione si fa ancora più accesa. La base strumentale è un groviglio di tastiere tanto sinistre quanto eteree, che esplode nel malinconico, dolce ritornello travolto da una iridescente cascata sintetica. Il brano più melodico dell’Ep è “Run Me Out”, con un finale dolcemente squassante a base di rintocchi marziali e synth romantici, mentre l’episodio più stregonesco è la title track, nella quale vengono instillate dosi massicce di tribalismo gotico e marzialità  apocalittica, tra suggestioni arcaiche e visioni futuristiche.

Il capolavoro assoluto del mini si rivelerà  essere “Manifest Destiny”, marcia sinfonico-industriale in cui troviamo una Zola Jesus mai così umana e struggente e che addirittura sfoggia una vocalità  quasi soul nel potentissimo ritornello.
Attendiamo trepidanti il prossimo parto oscuro di questa promettente fanciulla.