Diciamolo subito, prima che sia troppo tardi: i Pixies hanno senso nel 2010 come lo avevano vent’anni fa, ed a Ferrara hanno dato vita ad uno di quei concerti che è difficile dimenticare (sempre se eri presente all’evento e/o non eri troppo impegnato a correre dietro all’ultima sensazione indie incensata da Pitchfork e che gira e rigira copia spudoratatamente i riff dei Pixies, le melodie dei Pixies, le atmosfere dei Pixies), uno di quei concerti che ti porterai dentro per sempre perchè sai di aver visto un pezzo di (involontaria) storia del rock.

Saranno pure degli over quaranta, ma che band! Che intensità ! Che sensazioni che sanno regalare! Due ore piene per un set che (momentanea interruzione a parte ““ una momentanea interruzione per eccesso di calca nelle prime file, che per la cronaca non ha inficiato minimamente la piena riuscita del tutto) non ha fatto prigionieri: tutti a chiedersi come abbiano fatto anche solo a concepire un pezzo come “Gigantic”, tutti a saltare con “Debaser”, tutti a commuoversi con “Where Is My Mind?”, tutti a riprendersi con “Monkey Gone To Heaven”, tutti a sudare&godere, le chitarre che fischiano ora come allora nonostante i capelli sempre più assenti e i chili di troppo accumulati per colpa del tempo che scorre inesorabile anche per autentici eroi moderni come i Pixies.

E poi “Velouria”, “Caribou”, “Gouge Away”, “Dig For Fire”, “Alec Eiffel”… troppa abbondanza, troppe emozioni che forse non ci meritiamo (non così, non tutte insieme, non concentrate in un unica, torrida serata) o forse sì, perchè abbiamo saputo aspettarli con infinita pazienza e tanta, tanta devozione ed alla fine siamo stati giustamente premiati con un concerto ineccepibile.

Foto Thanx to Luca Gavagna Le Immagini.

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