Ingredienti: 1 ragazzina totalmente priva di qualsivoglia capacità  vocale, 1 label modaiola, 4 produttori di grido. Aggiungere testi autocelebrazionisti fini a se stessi, mescolare con vocoder e autotune a palate e presentare con scandali e scandaletti a piacimento.

Anna-Catherine Hartley, conosciuta dal 2006 come Uffie, giunge dopo innumerevoli singoli al suo primo LP senza modificare minimamente la ricetta che l’ha resa nota; rimangono al loro posto la voce sterile, incapace di cantare come di rappare, arricchita dall’autotune che da qualche anno a questa parte salva le tonalità  irragiunte da tante dive e divette, una produzione eccellente offerta da papà  Ed Banger, che coccola l’unica bambina della casa discografica con l’ex compagno di sventure Feadz, Mirwais (già  con Madonna e Fischerspooner), SebastiAn e Mr. Oizo.

Qualcuno potrebbe notare che Uffie fa tutto ciò che chi cerca qualcosa di buono nella musica dovrebbe evitare, ma lo fa con una sfacciataggine apprezzabile. Le basi su cui raramente mette mano fanno il resto.
Il debutto, a lungo atteso e rimandato a causa delle scorribande della giovane (matrimoni, collaborazioni, gravidanze etc) si apre con quella “Pop The Glock” che cinque anni fa fece puntare i riflettori della scena su di lei: su una base essenziale di Feadz si susseguono i deliri d’onnipotenza della ragazza, accompagnati da un controcanto al vocoder che strania il tutto. Al singolo, promosso con un videoclip provocante e modaiolo, segue “Art Of Uff”, prodotta da Oizo, un downtempo scandito dai battiti opprimenti tipici del dj francese; menzione speciale va al testo, sorta di mea culpa sulla vuotezza dei suoi testi. Rassegnamoci, difficilmente avremo delle liriche di un certo livello.

“ADD SUV”, ulteriore singolo estratto, vanta la collaborazione di Pharrel Williams, tutto sommato abbastanza inutile. La canzone, in cui Uffie tenta di giustificare con la sindrome da deficit di attenzione le sue zingarate (!) è un discreto brano electropop che non faticherà  a diventare una hit estiva. Le incerte “Give It Away” e “MCs Can Kiss” (Feadz e Oizo, uno scorrevole susseguirsi di scratch e synth e un martellante brano in pieno stile Ed Banger, con tanto di finale con sax distorto) non aggiungono molto a quanto detto, così come “Difficult”, unico brano prodotto da SebastiAn, forte di una melodia fluida arricchita da battiti che incupiscono il tutto. “First Love”, come numerose altre tracce, non rappresenta in realtà  una novità , in quanto pubblicata come singolo ben 3 anni fa insieme a “Brand New Car”, anch’essa presente nell’LP. Il brano, dall’interpretazione robotica, è dedicato allo stesso Feadz che campiona un brano anni 80 di F.R. David a favore di un testo sdolcinato (i ben informati sanno quanto poco sia durato questo grande amore). La b-side ritorna alla filosofia del “‘ce l’ho solo io’, invitando l’ascoltatore a spassarsela tra campionamenti e solidi beat. “Sex Dreams And Denim Jeans”, in cui Mirwais campiona “Rock & Roll” dei Velvet Underground, andrebbe arrestata per eccesso di autotune, per non parlar di “Neuneu”, costruita su una base funky, degna sigla di un telefilm anni 70.

Ma la mazzata arriva sul finale: la penultima traccia è infatti una cover di “Hong Kong Garden”, primo singolo dei Siouxsie and the Banshees. Ascoltatela, e potrete sentire anche voi l’urlo di dolore della povera Susan Dallion, sfregiata nel più noto dei suoi successi. Con “Ricky” e la sua base hip hop si chiude un disco che non deve e non può essere preso seriamente per essere apprezzato. Uffie è un animale da club, e solo nel suo abitat “Sex Dreams and Denim Jeans” rende al meglio i suoi ideali di disimpegno e divertimento.