Jón àžor Birgisson, 35 anni, islandese. Potrebbe iniziare ora una descrizione di una biografia stranissima di un personaggio vincitore di qualche guinness, ma in realtà  stiamo parlando del celebre cantante dei Sigur Ròs. Da tempo pubblica anche materiale da solista, in realtà  raccolto solo in un disco ufficiale finora, dove abbandona le sonorità  tipicamente post-rock della sua band principale per proporre finalmente un sound più completo e diversificato. Senza nulla togliere alla grande e preziosissima produzione dei Sigur Ròs.

Parlando del concerto, Jonsi ha portato un bel po’ di gentaglia in quel di Piazza Castello, che per l’ennesima volta diventa teatro e cornice di splendida musica, come solo gli organizzatori di Ferrara Sotto Le Stelle riescono a fare in questo immancabile appuntamento. In circa novanta minuti il “cantautore” ha riservato al pubblico un trattamento d’eccezione, eseguendo quasi tutto il disco più qualche inedito, con la sua backing band a strappare applausi anche per i continui cambi di strumenti che, si sa, fanno sempre la loro figura. Una scenografia fatta di animali vari ed effetti atmosferici, insieme ad un ottimo uso dell’impianto luci, hanno aggiunto altra carne al fuoco, ricreando nel complesso un ‘mood’ quasi estatico che gli astanti hanno subito mentre il protagonista della serata interpretava con magistrale tecnica (anche alla voce) tutti i brani presenti in setlist (soprattutto “Go Do”, “Animal Arithmetic” e “Sticks And Stones”. Tra attimi più rock e altri, questi in prevalenza, più sperimentali, il concerto ha veramente raggiunto un livello artistico altissimo, anche grazie ad un mix di suoni notevole che ha contribuito alla buona riuscita della performance. L’interesse pressochè totale della gente, salvo in alcuni momenti troppo rallentati, ha infine suggellato il tutto.

Ancora una volta un’esperienza indimenticabile targata Ferrara Sotto Le Stelle. Fanculo a chi parla di declino.

Credit Foto: Josè Goulà£o from Lisbon, Portugal / CC BY-SA