Nel 2005 Gwenno, RiotBecki e Rosay erano tre ragazze inglesi, belle ma non bellissime, brave ma non bravissime, unite sotto un enorme logo a caratteri vintage: The Pipettes. Il trio, contraddistinto da un’estetica 50s/60s, fu capace di sfornare delle buone hit che ebbero un discreto successo, sia in patria che all’estero, ispirandosi alle sonorità  della Swinging London: coretti alternati a melodie easy listening, rimembranze Motown, rivisitazioni twist, il tutto accompagnato dalla coscienziosa ambizione di avvicinarsi non solo ai più nostalgici fan di minigonne e bombette quanto a un pubblico più ampio, contaminando il proprio repertorio senza tuttavia svendersi alle masse.

“We Are The Pipettes”, riportavano 5 anni fa il titolo di una canzone e dell’album di debutto stesso.
Al primo ascolto del nuovo “Earth Vs The Pipettes” c’è da chiedersi: sono ancora le Pipettes? Fisicamente ce n’è solo una, quella Gwenno Saunders meglio nota ai bei tempi che furono come la leader della band, la biondona sempre al centro delle posatissime foto. Al suo fianco, non più le due compari di un tempo, bensì Ani, sorella della stessa Gwenno, subentrata nella formazione in seguito a più scambi e mescolamenti. Il trio, ora duo, sacrifica non solo due dei tre membri originali, ma anche l’ispirazione vintage che ha caratterizzato la sua ascesa e che ha contribuito al successo della band, a favore di un’estetica ispirata alle pellicole SciFi-Trash anni “’70 e di una formula sonora più elettronica, più danzereccia, senza tuttavia rigettare completamente i richiami retro.

Questa volta però, più che a delle novelle Shangri-Las, le Pipettes assurgono alle zeppe e ai pantaloni a zampa d’elefante degli ABBA e ai capelli cotonati delle Bananarama. I timidi coretti lasciano il posto a voci pompate, gli organi retrò sono rimpiazzati da smaglianti giri di synth, come nell’iniziale “Call Me”, in cui le riservate Pipettes di un tempo sono cacciate a calci dalle due nuove audaci signorine.
La piega presa era immaginabile sin dall’uscita di “Our Love Was Saved By Spaceman”, primo singolo della nuova era, simpatico brano poppettaro con richiami alla disco anni 70 con tanto di video lo-fi a tema kitsch-fantasy. Stessa formula sonora applicata sul secondo singolo in uscita, “Stop The Music”, dichiarazione d’amore agli ABBA; le sorelle Saunders incrociano le loro voci (suadente quella di Gwenno, anonima quella di Ani) su una rapida base disco, senza dubbio più commerciabile di una qualsiasi canzone delle Pipettes d’antan. Per il resto, l’album prosegue abbastanza lineare su questa via, incrociando episodi ultrapop (“I Need A Little Time”), solidi synth-pop (“Captain Rhythm”), sporadici richiami sixties (“Ain’t No Talkin'”) sino all’epilogo con “From Today”, vortice elettropop vocoderizzato.

Cosa rimane delle vecchie Pipettes? Sicuramente la voglia di divertire, tanta abbastanza da produrre un discreto disco pop. Gli aficionados di zeppe e mirror ball ringraziano sentitamente.