Il nuovo progetto della Strut – presentato nell’ambito della collana “Inspiration Information” – vede come protagonisti gli Heliocentrics, che hanno collaborato nel 2009 con Mulatu Astatke, e Lloyd Miller, etnomusicologo, appassionato di jazz e polistrumentista.
Il risultato è sorprendente : cinquanta minuti di viaggio in un’Asia anni ’50 con i mezzi di oggi, tradizione e modernità  a confronto, un suono tenue, quasi lounge, che si contrappone all’esotismo degli strumenti tradizionali.

Un album pieno di umanità , misurato ma ipnotico, trasversale. Si respira la spiritualità  orientale, il fascino del mistero dell’India e della Persia, la bellezza di alcuni arrangiamenti minimali e fascinosi.
Alcune tracce rimandano all’ultimo Coltrane, come in “Bali Bronze”, che termina inaspettatamente, o “Spirit Jazz”, altre travolgono con tappeti di percussioni e cambi di ritmo e a regnare è un senso di serenità  tra i musicisti che si avverte durante l’intero lavoro.
Ma, nonostante la delicatezza e la raffinatezza del disco, ad essere messa in discussione potrebbe essere piuttosto la longevità  dell’opera. Se da un lato alcuni episodi strettamente collegati alla tradizione possono apparire interessanti ed evocativi, d’altro canto alcuni brani come “Salendro” possono stancare facilmente.

Se preso a piccole dosi, però, è un album soddisfacente, con alcuni vertici (una “Rain Dance” tutta percussiva, la street poetry “Lloyd Lets Loose” e la trascinante “Electricone”) in cui virtuosismo e creatività  si incontrano in un luogo condiviso e rigoglioso.
Il disco sintetizza, infatti, alla perfezione due mondi lontani, svela ascolto dopo ascolto i suoi segreti e non ripete, per fortuna, le strutture dell’eccellente lavoro precedente con Astatke, dimostrando l’eclettismo e la freschezza d’idee degli Heliocentrics, ormai una garanzia nell’universo world.

Conclude questo affascinante viaggio “Sunda Sunset”, che si appoggia come un velo sui nostri occhi regalandoci l’ultimo respiro d’Oriente, una brezza proveniente da lontano capace di dare pace e serenità . Un flauto ostinato dà  l’addio o un carezzevole arrivederci all’ascoltatore e, intanto, in lontananza, possiamo scorgere l’ultimo tramonto ricordando, in un momento, le rose raccolte nel nostro cammino musicale.

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Lloyd Miller & The Heliocentrics
[ Strut – 2010 ]
Similar Artist: Mulatu Astatke, Anouar Brahem, Toumani Diabate

Rating:

1. Electricone
2. Nava
3. Mandala
4. Spiritual jazz
5. Bali bronze
6. Fantasa pt 1
7. Modality
8. Salendro
9. Pari Ruu
10. Lloyd’s Diatribe
11. Fantasia Pt2
12. Chabargab
14. Sunda Sunset