Le prime battute le prendiamo dal Facebook dei Ministri, dove dichiarano:
Quando abbiamo iniziato a suonare eravamo in quattro, poi abbiamo scoperto che in tre facevamo più casino. Le due premesse sono: non è vero che siete in tre; non è vero che fate più casino. Purtroppo il nuovo tour dei Ministri soffre dell’assenza di cattiveria che li ha sempre contraddistinti, quella furia punk e quasi da metallari dell’ultim’ora che ai concerti riusciva a sconvolgerti dentro. Ed è paradossale che fossero un gruppo ‘da pogo’ quando nessuno ai concerti batteva ciglio, e adesso che si sono smorzati la gente inizi a muoversi. Nulla in contrario a chi salta e si agita con queste canzoni, che in concerto sono coinvolgenti più che mai, ma è chiaro che bisogna dire la verità  e il ‘casino’ io non l’ho sentito. E pensare che nel tour precedente li ho visti cinque volte e ogni volta con immenso piacere, seguito da una sfrenata voglia di accompagnare la musica fisicamente come poche band ancora sanno suscitare in me, e più in generale, in noi.

La verità  è che il nuovo sound dei Ministri è più commerciale. La distorsione da ‘amplificatore distrutto’ dei primi tempi di Federico Dragogna ha lasciato spazio ad una doppia chitarra più precisa a livello tecnico ma con un sound più tiepido, più pop e più melodico, soprattutto quando non c’è da pestare di brutto. Un altro elemento che indebolisce le canzoni è la semplificazione estrema dei pattern di batteria che, soprattutto in “Non mi Conviene Puntare in Alto”, uno dei brani migliori dell’intera discografia ‘ministrica’, e “Tempi Bui”, fanno perdere coerenza al comparto ritmico dei brani. Sarà  che Michele Esposito si è accorto di non essere un gran batterista e ha voluto suonare quello che sa fare meglio, però arrivare a utilizzare due ritmi in un intero concerto mi sembra un po’ troppo.

Per il resto, niente da dire. I nuovi brani possono piacere o far storcere il naso su disco, ma live hanno un’ottima presa. “Il Sole (E’ Importante Che Non Ci Sia)”, in apertura, con il peggior suono di rullante mai sentito nella storia della musica rock, è l’inizio perfetto e scatena i primi cori in un pubblico coinvolto più che mai (i loro fan ormai si distinguono per un’estrema, quasi morbosa, forma di attaccamento alla band, tanto da seguirli per interi tour in massa neanche fossero gli U2 o i Muse italiani), seguita da “Che Cosa Ti Manca” e il singolo evergreen “Bevo”. E’ qui che si nota come i brani vecchi siano più apprezzati, ma bando alle ciance e andiamo avanti. Altri highlights dei 75/80 minuti circa di set sono senz’altro i 5 brani del bis, cioè “La Petroliera” (con un groove elettronico che nonostante il suo appeal troppo da classifica si fregia di un sound molto interessante, originale se paragonato alla media della carriera dei milanesi), “Tempi Bui”, “Diritto al Tetto” (che finalmente sta migliorando), “Abituarsi alla Fine”, come sempre lunghissima in finale, e “I Nostri Uomini Ti Vedono”, cattiva e sfrontata più che mai. Ottima sempre “La Piazza”, accolta molto calorosamente “Il Bel Canto” (che ritorna in veste acustica) e tra le nuove spicca soprattutto “Tutta Roba Nostra”, con un arrangiamento leggermente diversificato rispetto a quello del disco. Delude, anche se resta sufficiente, “Gli Alberi”.

Tecnicamente la band sta migliorando, soprattutto se consideriamo la voce di Divi e la chitarra di Dragogna, supportate entrambe dai cori e dalla seconda chitarra più il sintetizzatore del quarto aggiunto F Punto (anche se è proprio la sua presenza ad ammorbidire il sound, molto spesso). La batteria invece continua ad arretrare, come dicevamo sopra, e per non ripeterci ci limiteremo ad augurargli di trovare una dimensione più congeniale al genere che suona, perchè potrebbe spaccare cento volte di più.

La serata al New Age, tutto sommato, è stata molto buona e a tutti i fan dei Ministri sarà  bastata a dimostrare che la loro carriera è in continua ascesa. Purtroppo per chi li vuole guardare con un occhio critico e imparziale, un peggioramento lo si nota anche troppo, ma per non fare troppo i pignoli ci limiteremo a dire che tutto ciò può ancora essere messo da parte, per godersi un live caldo, carico e pungente come solo i Ministri, in questo momento, sanno fare.