Ci sono almeno due chiavi di lettura per accostarsi ad un’esibizione dal vivo di Immanuel Casto. Ci si può fermare all’aspetto superficiale delle cose ““ i video su YouTube, le trasmissioni tv in cui parla di sesso, l’analità , le parole sconce, le allusioni, i doppi sensi, le ballerine, i visual, le movenze felpate, i muscoli, l’andare al concerto con gli amici e ridere a crepapelle ““ ed allora tanto vale ascoltarsi le Teste Sciroppate o i Prophilax, oppure impegnarsi e cercare di scavare a fondo per cogliere appieno la carica profondamente provocatoria ed iconoclasta di Immanuel Casto, un personaggio intelligente e non banale che ha parecchie cose da dire e che per dirle si serve di tanta ironia e di un electro-pop in odor di Fischerspooner e compagnia danzante.

All’Unwound ho visto di tutto, ed ancora stento a crederci. Ho visto gente che pogava, gente che faceva crowd surfing rischiando di schiantarsi contro l’impianto luci, gente in camicia e pullover, gente che rideva e non sapeva nemmeno il perchè, gente che credeva di essere all’osteria, gente che non capiva le provocazioni semplicemente perchè non aveva i mezzi per capirle. Si fermavano al primo step, ma purtroppo per loro si perdevano il resto e preferivano fare battute su finocchi o sui busoni, preferivano l’apparire all’essere.

Immanuel Casto è consapevole di fare musica usa e getta buona solo per essere vista su YouTube, è arrivato al (relativo) successo ed ora si gode il suo momento di gloria proponendo canzoni che contengono un messaggio di libertà  ma che sono sempre uguali a se stesse, tanto nessuno ci fa caso (alle canzoni uguali, ma quasi sicuramente anche al messaggio di libertà  che contengono), tanto nessuno va oltre il semplice ascolto a scopo ludico-ricreativo. O magari sono io che mi sbaglio, il pubblico capisce ben più di quanto io creda ed Immanuel Casto sta riuscendo nel suo intento, ossia aprire la mente a certa gente per renderla più tollerante verso chi ha preferenze sessuali diverse, verso chi ha preferenze musicali diverse.

Un suo concerto è assolutamente cosa buona e giusta, si fatica un po’ ad arrivare alla fine proprio perchè tutto sembra replicarsi di continuo ma in definitiva Immanuel Casto vale ben più di quanto la critica con la puzza sotto al naso ritenga. Oltre l’ambiguità  ed il doppio senso gratuito c’è di più, basta solo saper scavare e non fermarsi alle apparenze. Non è facile, ma con un po’ di sforzo ci si può riuscire.

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