Il duo bergamasco più conosciuto torna con un EP carico di ospiti e di sorprese. Evidentemente sfornare un ottimo disco come “Alle Basi Della Roncola” non era abbastanza, e poco tempo dopo rieccoli ad autoprodursi un EP con un discreto quintetto di brani che ora andiamo ad analizzare.

Nel mezzo del cammin di nostra vita, non ci saremo mai sognati di ascoltare tanta musica italiana figa in poco tempo, tant’è che un papabile declino del lato commerciale si sta accompagnando, negli ultimi tre anni, di un progressivo pullulare di ottime band, come questa. L’EP “Bacco” però tradisce un po’ le aspettative, e per la fretta molto probabilmente Ghezzi e Perucchini si sono lasciati abbeverare un po’ troppo dalla banalità  folk-country che è comunque stata loro preminente influenza per l’apprezzabilissimo disco di debutto. Così ci si accorge che la virata dal panorama rurale a cui semanticamente le canzoni della “Roncola” si riferivano a questo elastico elogio del dio del vino, porta con sè una malcelata voglia di autoreferenzialità  e conferma del proprio estro, come a voler dimostrare a quelli che non li avevano già  capiti e graditi che invece lo dovrebbero fare. Però, spogliata la parte critica del nostro cervello da queste considerazioni di per sè inutili, si trovano cinque canzoni sicuramente valide dal punto di vista letterario e musicale, e soprattutto ascoltando “Repetitia Iuvant” ci si può accorgere di come la cupezza dei toni del primo album siano stati ripresi e portati all’estremo, forse all’ultimo gradino prima di doverli smettere di sopportare.

Frangenti indie tipici dell’alternative rock italico si respirano nelle parti più accelerate, e in particolar modo dentro la traccia già  citata e “Bacco”, la title-track che più di ogni altro episodio dell’album rende manifesta la cultura cantautorale di cui i due si sono nutriti, trasportandola anche nella loro musica. Gli altri due brani sono la stessa identica ignoranza trasformata in subdola intelligenza musicale che trovavamo nel loro precedente lavoro, e risultano, nel contesto dell’EP nella sua interezza, elementi funzionali atti a sorreggere il tutto senza farlo crollare alla prima folata di vento, cosa che effettivamente rischierebbe di accadere se quelle nuances di folk, di country e di pop cantautorale d’autore scomparissero dal tutto.

Detto questo, è evidente che i due sanno suonare, sanno comporre e hanno davanti una carriera tutta in salita, e se la presenza di Anna Carrazzai dei Love in Elevator e di altri ottimi musicisti come Alfonso Surace, Sergio Rastasax e Marco Carrara, tra gli altri, aggiunge poco al ‘tono muscolare’ del disco, rimane comunque uno scheletro solido ed imperturbabile che ci permette di apprezzarlo come una prosecuzione logica del cammino già  precedentemente intrapreso, senza del quale, ammettiamolo, la loro carriera non sarebbe comunque ristagnata più di tanto. Ottima conferma del loro valore musicale.

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Bacco (EP)
[ autoprodotto – 2011 ]
Similar Artist: Pan Del Diavolo, Tom Waits

Rating:

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