Quanta sfortuna per i Feeder. A gennaio sono costretti ad annullare il concerto e adesso, tornati per recuperare quella data, devono lasciare il palco dopo meno di un’ora perchè il cantante, Grant Nicholas, non riesce più a cantare. Nessuno sembra crederci fino a quel “ragazzi scusate, ha davvero problemi alla gola, il concerto è finito”.

Ci vuole un po’ per realizzare che, cazzarola, ci siamo giocati pezzi come “High”, “Come Back Around”, forse “Yesterday Went Too Soon” e quella “Just A Day” che ci avrebbe dato l’adrenalina necessaria per affrontare il resto della settimana con un po’ più di vigore. L’entusiasmo travolgente che cresceva sempre di più canzone dopo canzone è stato spento di colpo. E via, si va a casa con quella sensazione da coito interrotto.

Ma prima di quel momento”… Ah, quanto sono belli i concerti in cui saltare e cantare tirando fuori tutta la voce possibile sono praticamente dei riflessi incondizionati. In cui band e pubblico si esaltano vicendevolmente e ne esce un’atmosfera che ti fa sentire la persona più potente del mondo. Era questo il concerto dei Feeder. Era rock, erano ricordi, era energia. Era la precisione furiosa di una sezione ritmica a supporto di una chitarra trascinante e di una voce non priva di imperfezioni, ma comunque notevole. Erano canzoni nuove che uscivano bene dallo scontro con le vecchie glorie. Era “Insomnia”, era “Feeling A Moment”, era la tripletta “Just The Way I’m Feeling”-“Buck Rogers”-“Seven Days In The Sun”.

Era tutto quello che si può chiedere a un concerto del genere. Poi c’è stata “Home” e una voce che non si sentiva più. Grant, a te dispiace, ma a noi ancora di più. Ragazzi, tornate e dateci quello che ci spetta. Dateci “Just A Day” e fateci devastare come è giusto che sia. Vi aspettiamo.

Setlist
BARKING DOGS
INSOMNIA
SENTIMENTAL
WHITE LINES
FEELING A MOMENT
RENEGADES
PUSHING THE SENSES
DOWN TO THE RIVER
JUST THE WAY I’M FEELING
BUCK ROGERS
SEVEN DAYS IN THE SUN
HOME

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