L’uscita del cd per la serie dei live del mitico club londinese Fabric non ha fatto altro che creare maggiore attenzione ed aspettative nei confronti del produttore di Lancashire trasferitosi da qualche anno a Berlino.
I suoi primi due 12″ fatti in collaborazione con il compare Laurie Appleblim, socio e co-fondatore dell’ormai scomparsa etichetta Skull Disco, sono quasi introvabile ed in ogni caso hanno prezzi da collezionismo.

Personalmente non avevo mai avuto prima la possibilità  di ascoltarlo dal vivo e devo dire che attendevo questa serata con grande curiosità .
La possibilità  ce l’hanno data i ragazzi di Anarchy in the club! che dopo averci regalato il live di quell’altro losco figuro di Actress hanno portato a Roma uno dei nomi più in voga nel mondo del dubstep e dintorni (soprattutto dintorni).

Fattasi circa l’una con il dj set della romana Dj Red, si presenta in consolle il buon Sam ed ha inizio quella che a dire di tanti è una vera e propria esperienza estatica.
L’atmosfera è quella che si potrebbe creare in una grotta dove uno sciamano guida il suo popolo nell’attraversare un immaginario ponte tra terreno ed ultraterreno.
Le percussioni si fanno ben presto serpeggianti, complesse ed intricate, sullo sfondo si stagliano delle profondissime linee di basso e, di qua e di là , fanno capolino dei samples vocali etnicheggianti (Medio-Oriente? Himalaya?) creanti ipnotiche melodie.
La tribalità  delle ritmiche, mai banale ed anni luce distante dai facili africanismi tanto in voga oggi in vari territori dell’elettronica, spinge il numeroso pubblico presente ad una continua danza liberatoria che rischierebbe di far caracollare tutti a terra se non ci fossero i sub basses a fare da puntello ed a mantenerci in piedi.

Io intanto non mi faccio sfuggire l’occasione che la particolare conformazione della postazione degli artisti del Goa mi dà  a disposizione. Dietro la consolle c’è una terrazzina che ti permette di seguire passo passo le operazioni che mr. Shack esegue sulla sua finestra di Ableton.
Negli anni è andato perfezionando sempre di più il suo suono ed ha costruito questo live set anche grazie a Kode9 che sperimentata l’estrema versatilità  e funzionalità  in sede di live set di questo software glielo ha consigliato considerandolo estremamente adatto alle composizioni dell’amico.
Mi colpisce subito l’enormità  delle scene caricate nel programma e la grande uniformità  di suono che esce fuori dalle combinazioni di queste che disegnano panorami tesi ed oscuri mantenendo però una fluidità  ed una ballabilità  impressionanti.
Magistrale è l’unione di drones plumbei e narcolettici con percussioni dal suono così vivo da sembrare essere suonate dal vivo.

Il live set continua su queste coordinate per circa un’ora poi, nel finire di serata, le ritmiche si raddrizzano un attimino e viene maggiormente fuori la sua anima berlinese, per meglio intenderci qualcosa tipo il 4/4 in odore Basic Channel.
L’ibrido di dubstep, minimal e techno dub propostoci questa sera dal buon Sam è quanto di migliore si possa sentire oggi.
Senza dubbio una serata eccezionale con lo sguardo rivolto verso il futuro della musica dance contemporanea.