Mirrors. Esistono ben sei band con questo nome nella scena musicale. I primi sono una band proto-punk di Cleveland, segue una alt rock band dell’Iowa, vi sono inoltre un quartetto brit rock dei paesi bassi, una band new wave giapponese ed una collaborazione musicale tra Micheal Cota e Benjamin Evans. Il sesto gruppo con questo nome proviene da Brighton, Inghilterra, e produce quella che i membri stessi definiscono musica “pop noir” ed “electro soul”.

I Mirrors di James “Noo” New (voce e sintetizzatori analogici) nascono dalle ceneri degli indie rock Mumm-Ra nel 2008, spostando l’attenzione dalla pura dimensione musicale al visuale, concentrandosi sull’outfit e sullo studio accurato degli artwork e dei video. Nel 2009 producono un primo demo di canzoni, il quale contiene, tra le altre, l’electropop “Fear of Drowning”, e rilasciano il primo singolo dalle forti influenze synth pop “Look at Me”. Ad un anno dalla pubblicazione dell’EP Broken by Silence esce il primo album in studio, sunto delle diverse pubblicazioni della band fino ad oggi.

“Lights And Offerings” è pertanto una sintesi delle registrazioni precedenti che racchiude brani solari e più cupi, marcatamente elettronici e dalle richiami spiccatamente anni ’80. In “Hide and Seek”, ad esempio, Noo sussurra be sad if you’re feeling sad/but don’t play glad if you’re feeling sad utilizzando testi dalle risonanze poetiche per dipingere l’album di tinte più malinconiche e cupe. Brani dalle influenze synth-glam e dance, ricchi di beat e un crescendo di sintetizzatoti sono ad esempio “Searching in the Wilderness” e “Somewhere Strange”, le quali contrastano con il sognante electropop di “Write through the Night”. Il compito di chiudere l’album è affidato a “Secrets”, un brano composto da dieci minuti di coralità , in un crescendo di tensione affidato a suoni industriali e marcatamente tecnologici.

I Mirrors attingono dal synth-glam dei Depeche Mode, l’onirico electropop dei Cut/Copy e gli spazi ambient degli Arcade Fire in un inusuale incontro tra elettronica degli anni ’80 e il synth-pop della nuova generazione, dimostrando che c’è molto da scoprire dietro questi quattro ragazzi vestiti di tutto punto con giacca e cravatta.