La colonna sonora di “Into The Wild” fu un bellissima sorpresa, capace di prospettare ad Eddie Vedder un promettente inizio di carriera solista in parallelo ai Pearl Jam. “Ukulele Songs” già  nel titolo mi sembrava una minaccia più che un augurio. Questo perchè devi essere baciato da un tocco di grazia divina per riuscire nell’intento di costruire un gran disco di sola voce e ukulele.

Una grazia che ha già  baciato i PJ tanto tempo fa, che oggi si fa mestiere, seppur di grande qualità . I dubbi diventano certezza sin dal primo ascolto: il disco è poco più di una raccolta di canzoni che sembrano solo abbozzate come demo acustici ancora da plasmare e rendere degni di pubblicazione.

Sedici brani per trentaquattro minuti di musica che di rado lascia il segno, preferendo scorrere via con piacere e, mi duole dirlo, anonimamente. La voce c’è, qualche intuizione melodica pure, ma il problema resta semplicemente uno: l’idea di fondo, per la quale l’analisi può assere ambivalente. Troppo ambiziosa o troppo poco ambiziosa nulla cambia; fallisce nell’intento di svilupparsi a dovere e alla fine del disco ci si chiede il perchè di questa scelta. Consigliato a tutti i fan integralisti dei PJ, a quelli che non possono fare a meno di vivere le proprie giornate a base di pochi accordi di chitarra suonati attorno al fuoco acceso la notte.

Ininfluenti anche le collaborazioni, tra cui un’anonima Cat Power e un Glen Hansard (The Frames/The Swell Season) presente alla voce in “Sleepless Nights”, cover degli Everly Brothers. Alla fine quel che resta nella testa e nel cuore sono solo poche briciole di emozioni. Troppo poco.