Dal primo secondo possiamo riconoscere la materia prima delle chitarre, il barlume tipico dei Galaxie500, che si risolve in una cavalcata rock-folk che i Blitzen Trapper ci hanno abituato ad ascoltare. Il misto di chitarre pompate, tastiere e cori è gradevole se è giusto in equilibrio tra Manic Street Preachers e She&Him.
“Tidelands” è un’epopea vibrante come quelle dei dischi degli Shearwater, ma la voce del frontman ricorda quella di Chris Cornell, anche se la band in generale risente dell’atteggiamento di nuova generazione folk-elettrica americana, emulando però più i My Morning Jacket nelle evoluzioni che i Titus Andronicus o i Band Of Horses.

“What Took so Long” ricorda amabilmente invece “Ugly But Honest” dei Carissa’s Wierd (aka proto-Band of Horses), così svergognatamente abbioccata nel melenso e nell’appiccicosa atmosfera da jukebox di bar da camionisti.
Forse “Tidelands” è l’ennesima prova che il Southern Rock, che una volta aveva bisogno di una moltitudine di cantautori, adesso rivive attraverso una nuova fucina di pocopiùche20enni e qualche gallo impazzito come Ray LaMontagne.
Purtroppo il tallone d’Achille del disco è proprio la facoltà  di non stupire, anche quando si prodiga in ballate stile Fleet Foxes.

Non è chiaro se la struttura cede per il confronto sullo stesso campo con dei giganti che fanno parte della loro stessa scena, o perchè è la stessa impronta del disco che effettivamente potrebbe stancare gli ascoltatori. Fatto sta che il disco ha la fragilità  di non aggiungere niente di bello alla pila di ottimi lavori di influenza folk degli ultimi anni, ma comunque resta suonato con intensità  (che però non arriva ai livelli di “Butterfly House” dei The Coral), e arrangiato con maestria.

Tidelands
[ Hardly Art – 2010 ]
Similar Artist: Blitzen Trapper, Carissa’s Wierd
Rating:
1. It’s A Shame, It’s A Pity
2. Tidelands
3. What Took So Long
4. Uncertain
5. Empress Of The North
6. Lead Me On
7. Down The Well
8. Can’t Be In The Middle
9. We Can’t All Be Blessed
10. A Lot Of People On My Mind

Ascolta “What Took So Long”