Chi fermerà  la musica? Lo cantavano i Pooh e me lo chiedo da troppo tempo anch’io. E che ne sarà  della musica? Dico, continueremo ad andare avanti così (ovvero ascoltando cose che sostanzialmente sono la riproposizione di qualcosa già  fatto in passato, magari fatto bene ma pur sempre riproposizione ““ se non spudorato remake) oppure arriverà  qualcosa/qualcuno in grado di sparigliare le carte provocando uno shock tale da far rinascere la voglia di innovare?

Ad occhio e croce bisognerebbe interpellare John Titor per sapere la risposta esatta a questi annosi quesiti, ma temo non sia possibile perchè John Titor è tornato a casa e non può risponderci. Ed allora accontentiamoci di Simon Reynolds, che non è poco.

La sua ultima fatica “Retromania” ha il pregio di farti venire un sacco di dubbi. Mi spiego meglio: contiene teorizzazioni che tutti noi appassionati di musica abbiamo fatto almeno una volta nella vita, solo che le abbiamo fatte in parte e non siamo mai arrivati al dunque, alla chiusura del ragionamento, alla quadratura del cerchio. Reynolds riesce a trovare l’anello mancante ma nello stesso tempo fa crollare certe granitiche certezze che ti avevano fin lì accompagnato e ti incasina parecchio l’esistenza. Tanto per dire: gli mp3 e tutte le tecnologie ad essi legate? Figata, però non mi ero mai reso conto che sono stati l’unica, vera innovazione musicale degli Anni Zero e che in fondo è anche a causa loro se ascoltiamo roba che guarda al passato. Tipico della natura umana essere fissati con le cose retrò, ma non così sfacciatamente, non così facilmente vista la mole di materiale da cui puoi attingere/copiare in tempo reale. E finisci sempre a chiederti se vale ancora la pena di ascoltare musica nuova, ti rispondi di sì ma col beneficio del dubbio ““ com’è giusto che sia.

Retromania
Voto: 7,5

Autore: Simon Reynolds
Traduzione: Michele Piumini
Editore: ISBN Edizioni, 2011
Pagine: 480