Che il Texas fosse un fulcro della musica avant-guarde già  lo si sapeva. Escludendo i più scontati While Explosions in the Sky, un ottimo esempio possono essere gli eclettici Red Krayola (in attività  dal lontano 1966). Un altro gruppo che non manca di catturare l’attenzione è il duo dei Charalambides, una coppia divorziata nella vita, ma unita indissolubilmente nella musica da ormai venti anni. La nuova uscita “Exile” è un vero e proprio work in progress, la cui gestazione è durata ben quattro anni.

Christina Taylor e Tom Carter annoverano una discografia di tutto rispetto, con 10 LP, dozzine di compilation, EP, CD-R e una cerchia di fan appassionati di psychedelic blues e avant-guarde dai tratti minimalisti e onirici. “Exile” è un album difficilmente etichettabile in primis per le sue svariate sfaccettature. La soggettività  e il coinvolgimento emotivo dell’ascoltatore giocano un ruolo altrettanto importante nella ricezione dell’album fatto di silenzi, sussurri, chitarre e campane di chiesa. Nonostante la band sia etichettata come psychedelic folk, “Exile” si presenta come un disco caratterizzato dall’ossimoro di una calma profusa in un clima cupo e pesante.

L’apertura di “Autumn Leaves” gioca su toni minimalisti, essenziali, fatti di frammenti della chitarra acustica di Tom, come poi altri brani, in cui spesso le voci sono solo echi lontani, e versi ripetitivi decantati da Christina (vedi “Immovable”, “Into the Earth”). Non mancano momenti più chiassosi, in cui un accenno di distorto accompagna le mistiche declamazioni di Christina; questi brani sono accompagnati da diversi strumenti secondari (“Desecrated”, “Before You Go”), come se questi disturbi sonori potessero intaccare la magia delle parole. Malinconiche e profondamente gloomy sono la più semplice e minimale “Wanted to Talk” (preferita personale in assoluto) e i giochi di voci in “Worlds Inside”. La tristezza sembra attenuarsi nella chiusura di “Pity Pity Me”, in cui la delicatezza strozzata di chitarra-voce alterna veri e propri silenzi di attesa.

Come i Roll the Dice prima di loro, i Charalambides creano un album in grado di suscitare una ansia diffusa, un senso di inadeguatezza che affascina e al contempo disturba l’ascoltatore. Se i primi lo fecero con risultati facilmente trascurabili, questo duo texano riesce a raggiungere il fulcro di un intrigante malessere, senza mai davvero esternarlo. Anche se è stata una attesa di quattro anni, ne è assolutamente valsa la pena.

Exile
[ Kranky – 2011 ]
Similar Artist: Bat for Lashes, Roll the Dice, Jonathan Wilson
Rating:
1. Autumn Leaves
2. Desecrated
3. Words Inside
4. Immovable
5. Before You Go
6. Into the Earth
7. Wanted to Talk
8. Pity Pity Me