Quando ero solo un bambino, mia mamma mi disse: ‘Figliolo , sii sempre un bravo ragazzo, non giocare mai con le pistole’.
Notte. Una strada. L’entrata di un club: Le Mura.
“L’Amour Braque” di Andrzej Zulawski sullo schermo del club.

Lo scrittore veste una divisa in black. Ora che è divenuto un uomo maneggia una pistola carica di parole pronte a colpire con la violenza e la crudeltà  di ogni rapporto inevitabilmente destinato a trasformarsi in un ring di fuoco. Il dolce sapore delle more finisce sempre col prendere il retrogusto amaro del sangue. Come raccontano le vite di Connie e Dee Dee Ramone, di June Carter e Johnny Cash, di Gilles e Christiane. Amori da perdizione e droghe che fanno perdere l’amore. Sono le storie di rock balordo e maledetto che compongono “Rockriminal”, il libro manifesto che in questa serata della rassegna romana “Heroes” diviene uno spoken word e lega gli spettatori ai capi delle corde delle chitarre di Simona Ferrucci delle Winter Severity Index e di Gianni Ian Puri degli Ivashkevich.

L’autore, l’intenso Sergio Gilles Lacavalla, racconta il rantolo di morte del rock’n’roll e pensa alla possibilità  di ricominciare di nuovo, ‘lontano un milione di miglia’. Ma nel riflesso del live, con lo sguardo scheggiato come bacchette da una batteria, abbatte questo desiderio e abbandona la scena nella poesia di un sorriso appena accennato.

Qualcuno verrà  ucciso. Qualcuno è già  stato ucciso: la scena underground dicono i Nokeys. Loro hanno deciso di diventare una band ON the ground. Con i piedi per terra. Cancellati gli “Eyes Of Riot” tinti di nero, la formazione torna più cattiva e seducente che mai per presentare -face to face- con questa anteprima live il nuovo disco: “Cold War”, già  anticipato dal tagliente singolo “Envy”. E’ un live set dove la darkwave cinge ammiccamenti funky tipici di certo post-punk che viene rielaborato per vie inedite dalla batteria del Bonzo, dalla chitarra di Mr. Luv. I soli pezzi appartenenti al passato ad essere eseguiti sono ‘Pretty Girl’ e ‘White Noise’. Si lascia posto a brani che come ‘Nuclear’ pulsano tachicardici nelle vene. Il concerto profetizza un album dove l’organismo della formazione diviene potente e violenta commozione simile all’abbraccio tra la voce di Rico e quella di Simone Hellvis degli Spiritual Front. I due si fondono tra i tatuaggi per rivisitare il neofolk di “I Walk the (dead) line”.

Canzone silenziosamente dedicata a quegli idioti amanti che sembrano esser venuti fuori dalla pellicola di Å»uÅ‚awski. Fuori il mondo cade a pezzi balordo e l’indie è soltanto un bluff. Ma in questa notte gli aliti sono caldi nel volume alto. Dopo potremo pure andare a marcire in un penitenziario, senza parole e senza sigarette, con le madri che ci rimprovereranno di non aver rigato dritto. Tanto non c’è vita, esiste soltanto la guerra.