Se non avessi mai ascoltato quel capolavoro di cover pubblicato solo un anno prima da John Legend accompagnato da The Roots, avrei certamente amato questo disco.
Purtroppo però, pur riconoscendo il gusto e la preparazione di Raphael Saadiq, che possono essere trovate, come “prova del nove”, anche nel precedente “The Way I See It” del 2008, e la indiscussa bellezza di questo disco, non riesco a non fare continuamente paragoni con “Wake Up” appunto di John Legend & The Roots.

Già  dal brano d’apertura, “Heart Attack”, mi aspetto che vengano fuori i Four Tops da un momento all’altro con il loro urlo da “Reach Out” !
Subito dopo poi, in “Go to Hell”, ho trovato impronte, profumo, suoni e sapori di Marvin Gaye dappertutto.
La title track, la quinta “Stone Rollin'”, è un plagio di “Living for the City” di Stevie Wonder. “… o comunque il nostro prima di scriverla aveva sicuramente avuto “Innervisions” in heavy-rotation.
Ho ascoltato e riascoltato diecine di volte l’ottava traccia, “Just Don’t”, per comprendere il valore aggiunto della voce di Yukimi Nagano, svedese di origini giapponesi che scrive e canta in una band di elettronica e trip-hop di Gothenburg !

Il disco si chiude con “The Answer”, un “sano” soul-pop sul quale secondo me avrebbe fatto bene a costruire tutto il lavoro.
Il resto, ma anche quanto già  menzionato, è tutto un po’ troppo “ispirato” al Soul e al R&B di Sly and Family Stone e di tutta la produzione Motown e Stax ed è troppo “over-prodotto” con archi e arrangiamenti non sempre necessari.
Menzione d’onore per la numero sette, “Movin’ Down The Line”, che non mi ha fatto pentire di aver comprato il disco. Anche se, ahimè pure questa, ricorda un po’ troppo Steely Dan !

Tutto sommato, come detto, se non avessi ascoltato “Wake Up” di John Legend solo pochi mesi prima, avrei probabilmente ascoltato ed accettato questo ottimo disco con positiva predisposizione e tanta voglia di Soul e R&B “attuale”, ma preferisco potentissime cover a inediti, seppur ben fatti, purtroppo poco originali.