Pittrice, cantante, illustratrice per alcuni album dei colleghi di label Drag City, songwriter, sognatrice. Basterebbero queste poche parole per definirla.  Ma nulla è mai abbastanza, tanto vale approfondire la conoscenza dell’artista dai tanti talenti che ha condiviso il palco con Bill Callahan per molte delle date del tour promozionale di “Apocalypse”.

In occasione dell’uscita di “Into the Waves”, tra zodiaco, acquerelli, destino e ricordi del passato, ecco l’intervista con Sophia Knapp.

Ciao Sophia, presentati ai lettori di Indie For Bunnies!
Ciao Indie For Bunnies! Sono Sophia.

Questo non è esattamente il tuo primo album, per esser precisi è il tuo debut firmato Sophia Knapp. Come hai vissuto il passaggio da componente di una band a cantante solista? (Sophia ha fatto parte delle Lights, poi rinominate Cliffie Swan, e delle Girl Crisis N.d.R.) E’ stato come il taglio di un cordone ombelicale, o qualcosa del genere?
Fare un disco solista è stato per me un evento naturale, lavoravo già  su molte delle canzoni mentre suonavo con le Cliffie Swan e le Lights. Volevo per “Into the Waves” un taglio meno rock “‘n’ roll, ragion per cui il progetto si è evoluto parallelamente. Continuo comunque a collaborare con molti musicisti, quindi non mi sento sola. A meno che non si viva su un’isola per cantare alle noci di cocco, essere un solista significa lavorare con molte persone.

Definisci la tua musica come “Piscean Pop”, pop del segno dei Pesci. Mi piacerebbe che tu ne spiegassi il significato ai nostri lettori”…
Quello che intendo con “Piscean Pop” è che le tematiche di cui scrivo sono emozionali e sono relative ad immagini del subconscio, opposte a cose che magari sono davanti a noi e che possiamo toccare.

Come nasce “Into The Waves” Come si è sviluppato il tuo disco nel corso del tempo?
Le canzoni che fanno parte di “Into The Waves” sono state scritte nel giro di due anni, nei momenti di calma, quando ero da sola. Alcune sono state concepite con la chitarra, altre con il piano. Queste canzoni sono uscite fuori come muschio dalle piccole crepe di solitudine che si sono create durante la convivenza con le mie compagne di stanza ai tempi dei concerti con le Lights e le Cliffie Swan. Gli arrangiamenti delle canzoni erano già  nella mia testa, sapevo già  come dovevano suonare. Volevo convertirli in registrazioni, e ovviamente erano necessari dei collaboratori. Eric Gorman e Jay Israelson, co-produttori dell’album e membri della band che mi accompagna live sono state due presenze cruciali nello sviluppo del sound. Hanno compreso sia in termini creativi, ma soprattutto emozionali quale fosse la mia visione, e mi hanno aiutata a rendere il sound più espansivo. Eric è un grande conoscitore della pop-music, molto attento alla cura dei dettagli. Jay è un pianista riconosciuto a livello mondiale, compone colonne sonore per i film, riesce a “vedere” dentro le canzoni. Abbiamo impiegato molto tempo a suonare live assieme con i nuovi arrangiamenti, per capire come le varie parti potessero integrarsi, ed abbiamo sperimentato mescolando sonorità  acustiche ed elettroniche. E’ stato il tema principale nella creazione dell’album: bilanciare nuova e vecchia tecnologia per ottenere differenti sfumature sonore.

“Spiderweb” e “Weeping Willow” sono i due duetti con Bill Callahan che possiamo trovare nella tracklist di “Into The Waves”. La mia intuizione è che questi siano stati quasi una naturale conseguenza, dal momento che lo scorso anno siete stati assieme in tour per l’Europa e l’America, siete entrambi artisti della Drag City… Com’è nata questa collaborazione?
Ci siamo conosciuti in tour, ai tempi delle Lights. E’ davvero un dono parlare di musica e cantare con Bill. Lui mi è d’ispirazione. Ho imparato molto osservandolo nelle sue performance live in tour, il suo modo di essere concentrato, la costanza che applica quando è al lavoro.

Mentre cercavo una foto per l’intervista ho trovato questa nella tua pagina Facebook http://tinyurl.com/7xaucur : pare che la musica sia sempre stata una componente della tua vita”… gran parte delle ragazze e dei ragazzi mettono su la prima garage band “solo” nell’adolescenza! Quali ricordi ti vengono in mente guardando questa fotografia?
Mi ricorda quanto mi divertissi a giocare con i miei vicini. C’era una gang di noi bambini, stavamo molto all’aperto. Organizzavamo spettacoli di marionette, ci cacciavamo nei guai lanciando gavettoni agli estranei, cose del genere. Sono stata fortunata ad avere dei genitori che mi hanno permesso di essere una bambina selvaggia. Mi piaceva tantissimo fare musica e combinare guai, indossare costumi per la gran parte del tempo, costumi e disgustose magliette sudate.

Appartieni al segno dei Pesci (anch’io) e sei un’appassionata dello zodiaco. Ti piacciono le sinastrie? Ho sempre pensato che il partner ideale per il nostro segno potrebbe essere un Capricorno: sono persone misteriose, hanno un bel self control e sanno essere diversamente da noi persone molto realistiche. Quale sarebbe, secondo te , la perfetta sinastria?
Mi piacciono le sinastrie. Più approfondisco la conoscenza dell’astrologia, più mi interesso all’intero sistema. è difficile dire quale sarebbe il perfetto appaiamento per un Pesci, dipende dal resto del tema natale! Sarebbe utile per i segni d’acqua avere un partner con la Terra nel proprio tema natale. Terra e Acqua si combinano bene, esaltano l’una le qualità  dell’altra. Ci sono molti adorabili Bilancia nella mia vita, e collaboro spesso con i Gemelli. Due delle mie migliori amiche sono dello Scorpione, un segno che si adatta alle fluttuazioni d’umore dei Pesci. Ha!

Un’altra cosa in comune che ho riscontrato è l’amore per David Bowie. Si può trovare una tua cover di “As The World Falls Down” con le Lights nell’album “We Were So Turned On: A Tribute to David Bowie” (a cui hanno partecipato, tra l’altro, anche Duran Duran e Flaming Lips, N.d.R.). Qual è il periodo della sua carriera che preferisci? Io adoro il Bowie dell’epoca glam…
Amo il cantato di Bowie in “Scary Monsters” e “Super Creeps” dell’81. Ha una grande agilità  vocale. Sono anche una grande fan di “Halloween Jack” da “Diamond Dogs” del ’74.   Halloween è la mia festività  preferita e mi piacciono le ambientazioni urbane apocalittiche di quell’album.

Credi nel destino? Come lo gestisci? Provi a contrastarlo o ci nuoti dentro?
Credo che il destino e il libero arbitrio giochino continuamente a far la guerra tra di   loro. Penso che ognuno di noi nasca con del talento che ha solo bisogno di essere espresso, ma spesso facciamo scelte nella vita per cui ci lasciamo sopraffare dalle forze esterne intorno a noi o le respingiamo. Faccio del mio meglio per ascoltare la mia intuizione e notare i cambiamenti che avvengono intorno a me, e reagire in base a questi.

Grazie per questa intervista Sophia! Immagina la webzine come una parete: cosa disegneresti per lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Grazie a te Maria! Ecco un acquerello che ho dipinto stamattina, è la visuale dalla mia finestra. Le macchie color arcobaleno sono case, e ci sono due alberi, un cipresso e un abete. Oggi è una bella giornata, quindi voglio trasmettere a tutti un po’ di sole.