Gli americani, si sa, vanno dritti al dunque, anche in materia di seduzione. Non si perdono troppo in chiacchiere, sicuri di sè ammaliano il necessario e si propongono appena riescono a strappare un cenno di assenso dagli occhi della sexy lady di turno.

“Futuresex/Lovesound” del 2006 di Justin Timberlake è un ottimo trattato antropologico su come gli yankee intendano le avance e generalmente l’approccio sensuale col gentil sesso. Farla ballare, farla parlare, farla divertire, prometterle mari e monti, ritrovarsi innamorati e poi feriti nel giro di un’ora. Un workshop lampo nei complicati rapporti sentimentali magistralmente prodotto da Timbaland. Ma perchè siamo qui a parlare di Justin Timberlake che di indie non ha niente ma è costantemente circondato da avvenenti bunnies? Perchè, se non fosse per lui a quest’ora non potremmo parlare di “Hotel Amour” dei Terranova. “Paris Is For Lovers”, quarta traccia del disco, è tra parentesi la cover di “My Love”, brano che gira e rigira nei vari dj set del duo anglo-franco-tedesco già  dal 2009. Prima sotto forma di bootleg, poi di B-side ed infine promossa A-side nell’ultimo album. La si può considerare come il brief su cui si basa il concept di “Hotel Amour”, perchè l’argomento di cui si occupa il disco è proprio quello suggerito dal nostro Justin: la seduzione.

L’esperienza dei Terranova è quella delle più classiche, si muove sullo storico asse Berlino-Parigi-Londra. Fetisch, front-man del duo, è nato a Berlino, cresciuto tra Londra e New York, mentre le session di registrazione si sono tenute a Parigi. Questa transnazionalità  si riflette all’interno del disco, ed ha un sapore mitteleuropeo che in questi anni ’00 si era smarrito tra i meandri del revival globalizzato.
Un “Trans Europe Express” post-litteram, un viaggio finalmente su rotaia dopo tanti spostamenti in strettissimi abitacoli spaziali, su un treno ad alta velocità  che almeno dà  l’opportunità  di soffermarsi qualche secondo sulla strada percorsa. “Paris Is For Lovers” ne è la soundtrack, con quel suono sinteticamente onomatopeico che imita l’incedere del treno su rotaie, proprio come il brano dei Kraftwerk prima citato e altri suoi consimili: “I’ve seen it all” di Bjork, “Star Guitar” dei Chemical Brothers.

Ed ora arriviamo al dunque. Una volta giunti all’ “Hotel Amour”, questo colto viandante europeo come seduce la sua sexy lady? Con una morbida house e techno, una mondana cocktail lounge, estroversi beat, punte di introspettiva ambient, agitati synth e narcisistico glam-rock. Oltre ad una buona dose di carattere, assegnato alle corde vocali dei vari vocalist che si alternano tra un brano e l’altro. Tra questi spicca Tomas Høffding dei WhoMadeWho e il suo timbro carezzevole, molto simile a quello di Antony Hegarty.

Concludo la panoramica sull’album con una considerazione dell’ufficio stampa della Kompakt che non poteva trovare parole più consone per descrivere il disco: i Terranova con “Hotel Amour” “versano vino nuovo nei vecchi fiaschi della drammaturgia dance, rispettando la formula ma non necessariamente attenendosi ad essa”. Non esagerate troppo con i bicchieri, ma osate quel tanto che basta per inebriarvi appena e perdere leggermente i sensi. Intanto sotto, trovate il link per una degustazione omaggio. Offre la casa.

Hotel Amour
[ Kompakt – 2012 ]
Similar Artist: Architecture in Helsinki, Justin Timberlake
Rating:
1. Question Mark
2. So Strong
3. Hotel Amour
4. Paris Is For Lovers (My Love)
5. Make Me Feel
6. I Want To Go Out
7. Ain’t No Thing
8. Take My Hand
9. Code Blue
10. Boogie For The Dollar
11. By My Side
12. Avenue Wagram
13. Prayer

Ascolta “Hotel Amour” (preview)