Terschelling, Paesi Bassi. Dalle terre semi-incontaminate di un isolotto abitato da circa cinquemila anime, parte l’avventura dell’intraprendente Boris Bunnik alla volta di Amsterdam, perchè superato a pieni voti l’esordio su Meanwhile con “Machine Conspiracy” (2009), è stato accolto all’interno della grande famiglia della Delsin. Occorre, però, ricordare che negli scorsi tre anni il talentuoso producer non è rimasto affatto fermo, ma ha riversato tutta la sua creatività  anche sotto mentite spoglie grazie al ricorso a svariati soprannomi (da Versalife a Vernon Felicity) che gli hanno permesso di scindere la sua personalità  artistica in più identità , comunque riconoscibili per le soluzioni sonore adottate in ogni circostanza. Su tali ulteriori progetti si sono dunque generati i presupposti per la realizzazione di un secondo corposo album, stavolta diffuso e supportato da un’etichetta prestigiosa, le cui uscite sono spesso contraddistinte da un alto tasso di qualità .

Nasce da ciò l’evasione dalla realtà  di “Escapism”, la cui conturbante ricerca ritmica in bilico tra suoni da ascoltare in spazi sia chiusi che aperti vede “Shadows Of The Invisible” innestarsi immediatamente sul binario della techno caratterizzata da solidi groove e “Aquinas Control” su quello dominato, invece, da ovattati battiti scomposti. In scia, la minimalistica “Elude” colpisce per i toni acidi e oscuri. La diversità  delle tracce di “Escapism” non si esaurisce qui: dall’andamento androide di “Timelapse” si passa in fretta prima a “Diversion”, notevole traccia elettronica in continuo crescendo e poi a “Revolt DX”, portentosa marcia analogica, che sembra voler quasi anticipare alcune sonorità  dei recenti lavori di Claro Intelecto. Prima della chiusura, spazio all’omonima title-track tra echi dub e pulsioni tribali, a cui segue “Ominous”, nient’altro che l’ennesima tributo alla casa discografica per la sua calibrata e mai banale cassa in quattro quarti.

Le produzioni di Conforce assumono così un piglio sempre più audace. Nonostante la giovane età , Boris Bunnik continua a stupire per una ibrida visione della techno di matrice europea, riletta però con una semplicità  spontanea: una particolarità  che gli permette di non formalizzarsi su predefiniti beat e semmai lo avvicina ideologicamente alle prime generazioni d’oltreoceano. Se nelle tessiture del precedente album si ritrovavano anche intrecci psichedelici che ne rimarcavano il calore e la profondità , le tracce di “Escapism”, talvolta fredde, si connotano forse per una minore poetica, ma portano in dote un maggiore spessore, lontano dall’inventiva espressa in precedenza, inequivocabile risultato di un processo di maturazione che continua senza sosta e che con “Escapism”, ultima release in ordine di tempo, chiude un’annata da incorniciare sia per Conforce e la Delsin.

  • Website
  • BUY HERE
Escapism
[ Delsin – 2011 ]
Similar Artist: Basic Channel, Kassem Mosse, Model 500, Shackleton, Steffi
Rating:
1. Shadows Of The Invisible
2. Aquinas Control
3. Elude
4. Timelapse
5. Diversion
6. Revolt DX
7. Escapism
8. Ominous

Ascolta “Escapism (Album Preview)”