E’ davvero facile innamorarsi di Edward Sharpe e dei suoi Magnetic Zeros quando dopo l’esuberante debutto di “Up from Below” si   suona un brano come “Man on Fire”. E’ l’apertura ideale per una band che ha colpito il segno distaccandosi da qualsiasi trend contemporaneo per tessere strettissimi legami con un passato folk/hippie. Ancora più facile lasciarsi trasportare dal successivo “That’s What’s up”, testa d’ariete del disco come lo fu “Home” ai tempi dell’esordio. Purtroppo sono proprio la calda malinconia, l’atmosfera da scorazzata extra-urbana ed inevitabilmente la costruzione del personaggio Sharpe a segnare il limite più evidente di questo secondo lavoro che si arena quasi immediatamente dopo l’apparente gradevole sorpresa.

Probabilmente la band californiana capitanata da Alex Ebert  si è presa un po’ troppo sul serio nella rievocazione in costume dei tempi andati. Lo stesso Ebert  avrà  preso forse troppo sul serio l’idea di essere la reincarnazione di Gesù Cristo, perchè come pare evidente dalla terza traccia in poi il materiale musicale, nonostante la buona esecuzione, si frantuma in una serie imprecisata di momenti “revival” nel solco della tradizione parrocchiale folk. “I don’t wanna pray” è un brano gradevole il cui testo preannuncia il mood generale del disco “I love my God, God made Love” e cede -non a caso- il passo a “Mayla” quasi un inno da messa domenicale in Louisiana. Inequivocabile anche “Dear Believer” seppure piacevole all’orecchio nel crescendo strumentale carico di tensione emotiva tanto caro alla band. E mentre “Fiya Wata” si proietta su atmosfere soul, “One love to Another” tenta addirittura la riesumazione del defunto Bob Marley prima che il tutto sia stemperato dalle tenui note di “All Wash Out”.

“Here” è un insieme di brani ben suonati, ben arrangiati e assolutamente deliziosi se presi singolarmente. E’ purtroppo il concept dell’album che si affloscia su se stesso risultando piatto e ripetitivo dopo un primo ascolto. Se Sharpe e soci vorranno definirsi ancora “magnetici” nel prossimo futuro dovranno offire meno sermoni e più sano intrattenimento. Con buona pace dei fan della parrocchia.

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[ Dead Oceans – 2012 ]
Similar Artist: Fleet Foxes, Fanfarlo, Dr. Dog, Bowerbirds
Rating:
1. Man On Fire
2. That’s What’s Up
3. I Don’t Wanna Pray
4. Mayla
5. Dear Believer
6. Child
7. One Love To Another
8. Fiya Wata
9. All Wash Out