Camille (Lola Creton) ha 15 anni, Sullivan (Sebastian Urzendowsky) 19. Il loro amore, nato durante l’estate, è intenso e passionale, ma Sullivan parte per il Sudamerica e Camille si ritrova sola. Gli anni passano e la ragazza non sembra riuscire a dimenticare, finchè non conosce un maturo architetto di cui diventa assistente e amante. Ma proprio quando tutto sembra andare per il meglio, Sullivan si riaffaccia nella sua vita…

L’estate è un periodo sterile per il botteghino ma assai florido per recuperare ed assaporare le piccole pellicole indipendenti come questo gioiellino francese che in altri periodi dell’anno avrebbe avuto difficoltà  ad emergere nel vasto oceano di uscite cinematografiche.
“Un amour de jeunesse” (questo il titolo originale) è il terzo film della giovane regista parigina, classie 1981, Mia Hansen-Løve – che abbiamo imparato ad apprezzare con il suo precedente lavoro “Il padre dei miei figli” – che conclude una sorta di trilogia della separazione nata spontaneamente.
La cineasta francese ha quel tocco ispirato e poetico, quel dono di saper raccontare splendidamente le storie d’amore. La passione, il dolore, la confusione, la vitalità  e l’amarezza sono dipanate con agevole maestria traendo linfa dalla lezione del cinema d’autore classico francese, nouvelle vague in primis. Non faticheranno i cinefili più scaltri a scovare gli omaggi a Godard (nei titoli di testa) Rohmer (nei pedinamenti e l’indagine amorosa) Bresson ( e la sua contemplazione dell’invisibile) e l’immancabile Truffaut ( lo sguardo ad altezza di fanciullo).

La Hansen-Løve affresca con delicatezza l’amore fou giovanile con devozione e passione, dipinge i paesaggi alla Monet con le sue inquadrature, e accarezza i volti acerbi e innocenti dei due imberbi protagonisti immersi in un’atmosfera votata al realismo, che traspare dalla fotografia, i dialoghi particolareggiati e il sonoro dell’ambiente.
Un film sincero, tenero e vibrante che procede con soffusa reticenza, senza colpi di scena, senza dramma, ma con un turbinio leggero di emozioni soffocate e languide che galleggiano ina una sorta di tempo sospeso, una sorta di presente atemporale in cui i personaggi si muovono e si evolvono, come se fossero filtrati dalla patina del ricordo.
Una storia romantica, un racconto di formazione amorosa che sembra appartenere ad una altra epoca, una meraviglia per gli occhi ed il cuore, nonchè l’ennesimo splendido film francese.