Moderno e retrò, con quel look a là  Alex Turner, un teddy boy con la brillantina: Eugene McGuiness è un cantautore londinese che da qualche mese fa impazzire le webzine inglesi (nonostante sia attivo dal 2007). Eugene ricorda un pò Miles Kane nei modi, mentre in realtà  il suo sound strizza l’occhio a diverse decadi con una naturalezza impressionante. Il secondo album “The Invitation to the Voyage”, richiamo all’opera di Baudelaire, manca della cupezza dello spleen francese e si colora di toni psychobilly, funky o brit-pop, in un pastiche quanto meno interessante.

Si aprono le danze con trombe e vocalizzi orecchiabili, quasi funky blues (“Harlequinade”), per poi continuare con una serie di richiami più o meno udibili (vedi il rockabilly di “Lion”), ricordando sia il già  citato Kane che la più recente creatura di Liam Gallagher, in un palese richiamo al rock anni 60 arricchito di immancabili gorgheggi (inconfondibile il riff di basso). Inaspettato il salto agli anni 80 di Micheal Jackson con synth, base di piano e cantato in falsetto (“Japanese Car”), e quantomai questionabile l’electro-tribale di “Thunderbolt” che sfocia in un chillwave psichedelico con disturbi elettrici (lo stesso che ritroveremo, in chiave afro, in “Concrete Moon”). Valgono sicuramente una lettura i testi, che spesso strappano un sorriso.

“The Invitation to the Voyage” è un agglomerato di vari ed eventuali contaminazioni beat, funk, elettronica e pertanto lo si accetta come tale, non aspettandosi una vera e propria continuità . Un peccato veniale che lo rende godibile, ma non memorabile.

The Invitation To The Voyage
[ Domino – 2012 ]
Similar Artist: Miles Kane, Arctic Monkeys
Rating:
1. Harlequinade
2. Sugarplum
3. Lion
4. Videogame
5. Shotgun
6. Concrete Moon
7. Thunderbolt
8. Invitation To The Voyage
9. Joshua
10. Japanese cars