Sono le 8, ed è ancora presto per i Fun., ma qualcuno sale sul palco: sono i Walk the Moon.
La loro musica non è incasellabile in alcun genere. Sì, sono art-rock, ma spesso anche power-pop, tavolta un pizzico indie”… ma molto di più: tastiere synth, cori polifonici senza sbavature, inni mai banali e sorprese ad ogni pezzo. Avrebbero potuto suonare loro tutta la serata. Sanno stare sul palco, si divertono e fanno divertire: signori e signore direttamente dall’Ohio i Walk the Moon con furore. E direi che dopo ieri sera possono smettere di fare il gruppo spalla (tra l’altro sono stati in tour anche con Panic! At the Disco e Weezer), sono troppo spacconi, troppo musicisti”… e io ho scritto troppo! Non li perderemo d’occhio però”…

I Fun. cominciano con “Carry on” (dopo i gridolini delle fans per l’ingresso di Nate Ruess ovviamente), forse un po’ sprecata come first track, passa e viene dimenticata subito purtroppo”… e poi loro sono lenti a carburare.
Presentiamo la band intanto: alle tastiere, alla tromba, al glockenspiel e ovviamente alla voce non solista un bell’applauso per Andrew Dost, forse la persona più triste di suonare che abbia mai visto”… eppure sa suonare tutti gli strumenti, è veramente eccezionale, è il migliore! Ma non sembra divertirsi… alla chitarra elettrica un pazzo Jack Antonoff, che a volte addirittura “doppia” la batteria e si lancia sul palco con la sua canotta da “maranza” (per dirla con simpatia) alla conquista di un pubblico che lo acclama”… poco. Poi abbiamo Nate Harold al basso, Will Noon alla batteria e Emily Moore (!) alla chitarra acustica, tastiere e sassofono”… e voce ovviamente (magnifica). Tutti cantano. Ce n’è bisogno, ed è la chiave del successo dei Fun. La gente VUOLE cantare. E la scaletta dà  loro la possibilità  di farlo, e di perderla”… la voce.

14 canzoni, alternando brani del primo album “Aim and ignite” e del secondo “Some nights” a un tentativo acustico di cover di “Black or white” di Michael Jackson e ad una meglio riuscita riproposizione di “You can’t always get what you want” degli Stones. Nate ha una voce mostruosa, bisogna ammetterlo, che rinuncia nei live al vocoder e deve quindi risparmiare alcuni falsetti difficili; non per questo disdegna finali a squarciagola che mandano in delirio l’Alcatraz”… sì Nate, lo sappiamo che siamo il pubblico migliore di tutti, così come lo sanno tutti quelli delle altre città  in cui avete suonato. We fuckin’ love Milan! dice Nate: eloquente l’espressione facciale di Andrew che da sconsolata passa a sconcertata.

Diciamocelo: i Fun. sono meglio studio che live. Manca la sostanza, e una voce non può fare tutto, manca l’intesa propria di una band, e non basta essere bravi musicisti.
Il pubblico ha comunque apprezzato un gruppo che ha ritmato il loro giovedì sera forse meglio di quanto si aspettavano. Hanno cantato. Ma forse alcuni non vogliono solo cantare. Ma va bene lo stesso: “Some nights” vanno così”…

Setlist
CARRY ON
ONE FOOT
WALKING THE DOG
WHY AM I
ALL ALONE
PRETTY GIRLS
AT LEAST
IT GETS BETTER IT
BAR LIGHTS
ALL ALRIGHT
THE GAMBLER
WE ARE YOUG
YOU cAN’T ALWAYS GET WHAT YOU WANT
SOME NIGHTS