La percezione di musica canadese sta cambiando. Basta gruppi oceanici, basta con i gusti freak ma basta pure con le lente cavalcate, i cieli plumbei (oddio quelli ce li teniamo), le atmosfere dilatate. Adesso vogliamo roba forte e veloce. Dopo la scoperta dei Japandroids da Vancouver, i fari sono puntati su Toronto da dove provengono i giovanissimi Metz, un power-trio di belle speranze e roboante presente. Sono in giro da qualche anno, si sono fatti le ossa aprendo i concerti di mostri sacri come Mission Of Burma, Mudhoney e Oneida e oggi esordiscono sulla lunga distanza (si fa per dire, mezz’ora scarsa) con l’album omonimo sotto l’egida Sub Pop. E il cuore ha un tuffo. Perchè siamo alle porte del remake Nineties, perchè i ragazzi ricordano a tratti quegli altri ragazzi di Seattle e perchè hanno tra i loro numi tutelari band storiche dell’underground che fece grande l’America.

Scorrendo infatti i brani che compongono “Metz” si sentono echi nemmeno troppo lontani di Pixies, Shellac e Jesus Lizard (d’altra parte una delle prime cose registrate dalla band fu una cover del maestro Mark Linkous), ben amalgamati con le ossessioni e le depressioni odierne. Un’immagine fresca e un suono nudo e crudo, capace di dare il meglio di sè live come si conviene a realtà  di questo genere. L’energia dei tre ragazzi canadesi è stata messe nelle mani sapienti di  Graham Walsh degli Holy Fuck e il risultato è un disco di cui si sentiva un dannato bisogno, sia perchè di potenza non se ne ha mai abbastanza sia per tornare a sperare in una generazione di musicisti che non sia ossessionata dalla propria pettinatura.

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Metz
[  Sub Pop – 2012 ]
Similar Artist:  Jesus Lizard, Shellac, PIL, Nirvana
Rating:
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11. –))–