Parliamo di un libro diventato “virale” grazie al film dei fratelli Wachowski (“Matrix”, “V per Vendetta”) premettendo che l’autore di questa recensione non lo ha visto e con ogni probabilità  non lo farà  mai. Dopo un primo approccio in cui il lettore cerca di mettere da parte tutti i pregiudizi, le immagini e le opinioni captate dalla TV o dalle radio riguardo alla trasposizione cinematografica, il libro esplode e chi legge si trova al cospetto del genio di David Mitchell, che con il suo “Atlante delle nuvole” ha vinto il Book Award ed è stato finalista al Booker Prize nel 2004. Se anche voi vi state domandando perchè libri meravigliosamente scritti diventano famosi solo dopo che finiscono al cinema, benvenuti a bordo.

La storia è intricatissima, animata da sei personaggi per sei storie intrecciate che si svolgono contemporaneamente e che nonostante differiscano una dall’altra per stile, genere e ambientazione, rimangono strettamente legate per via dei personaggi. Ogni racconto del libro è letto, tramandato o comunque conosciuto dal personaggio del capitolo successivo. Fino a metà  libro le storie si interrompono lasciandoci sospesi, poi dopo la sesta parte, che è il punto di svolta del romanzo, la trama fa dietrofront e termina le storie lasciate a metà  ma in ordine inverso (dalla quinta alla prima). Ora, per chi non ha studiato “Analisi” o “Statistica” all’università , il tutto può sembrare complicato, ma gli ostacoli si dissolvono nella lettura.

La trama a tratti è lenta e noiosa, ma spesso il registro cambia nel giro di poche pagine. L’effetto “mozzato” dopo i primi due racconti può sembrar scontato, eppure colpisce ogni volta. Nel complesso, lo stile vale il prezzo di acquisto, ma ci sono anche i lati negativi. Il caos dei personaggi e della storia, priva per lunghe parti di una posizione temporale precisa, può dare sui nervi. Se il lettore non entra subito in sintonia con il racconto, il libro di Mitchell è game over. “L’atlante delle nuvole” non è una lettura da nerd, ma un fantasy contenuto e diverso. Anche se non sono minimamente paragonabili, nè per trama nè per genere, l’effetto che si ha è simile a quello indotto dalla lettura de “Il Signore degli Anelli”.

Chiudo con una nota: la traduzione del testo fa perdere molto. Non sono un esperto, ma ho potuto confrontare certi passaggi dei racconti con la versione originale e vi garantisco che qualcosa viene a mancare. Il bello di un libro è immaginarsi protagonisti dello stesso, e la bravura di uno scrittore consiste nel far immaginare a tutti la stessa storia, con le stesse sensazioni, dialoghi, emozioni. I traduttori italiani cambiano il tono dei dialoghi e rigirano le espressioni, e il lettore costruisce un immaginario inesorabilmente diverso da quello del lettore anglosassone.

TRAMA. “Sei personaggi vivono in punti e momenti diversi del mondo e del tempo, ma fanno parte di un unico schema, una specie di matrioska in cui ognuno è unito all’altro dal filo sottile e inestricabile del caso. Le loro anime si spostano come nuvole, passando dal corpo di un notaio americano di metà  Ottocento a quello di un giovane musicista tra le due guerre mondiali; da un’intrepida giornalista in piena guerra fredda a un editore inglese nella Londra anni ottanta, sino a un clone schiavizzato nella Corea del prossimo futuro, per arrivare al post-Apocalisse e al suo primitivo, stupefatto abitante. Un inventivo viaggio nella Storia, dalle grandi esplorazioni fino ai confini del mondo che verrà , attraverso l’anima stessa dell’uomo”.

L’Atlante delle nuvole
Voto: 7,5
Autore: David Mitchell
Pagine: 597
ISBN-10: 8820053489
ISBN-13: 978-8820053482
Data di pubblicazione: 2005
Editore: Frassinelli