Alcoa è un nome che nell’italico stivale evoca scenari di crisi e perdita di lavoro incipiente. Ma Derek Archambault dei Defeater delle nostre disgrazie non sa nulla, e ha deciso di chiamare così il suo progetto solista circa dieci anni fa quando, mentre era in tour con la band di allora, si è trovato a dover attraversare la cittadina di Alcoa nel Tennessee. Un posto come un altro che però è rimasto impresso nella mente del giovane cantante e chitarrista, già  allora desideroso di sfondare.

Tira fuori il suo lato più intimista e confidenziale il solitamente arrabbiatissimo Derek e nelle undici tracce di questo “Bone & Marrow” si cimenta con la chitarra acustica, prendendo esempio e ispirazione da sfortunati menestrelli come il mai troppo compianto Elliott Smith, da colleghi più esperti in materia come Ryan Adams. Tanto folk e un po’ di country dunque, sulla scia di canzoni più riflessive dei Defeater come “I Don’t Mind”, con qualche ballata in onore dell’amore giovanile perduto e cupe riflessioni che portano il buon Archambault a meditare sulle sue radici (“Family Tree”) e piangersi un po’ addosso (“I Don’t Feel Welcome Here or Anywhere”).

Quando ricorda le notti passate on the road a bere e fumare viste dalla non allettante prospettiva del mal di testa mattutino (“Keep Track / Lose Track”, “Cab Rides & Cigarettes”, “Whiskey & Wine”) o racconta di profondi attacchi di nostalgia e pene di cuore di varia natura però Derek sembra titubante e pare poco convinto dei suoi mezzi. Come se non si sentisse ancora perfettamente a proprio agio lontano dal caos e dal rumore costante della power band da cui proviene.

Comunque non male come esordio in solitaria alla fine, anche se non convince del tutto. La versione hardcore resta al momento quella più riuscita ma le premesse per una proficua carriera parallela ci sono, soprattutto in pezzi come “Rilke”, “Drowned” “Limbs” e i due “Untitled”. Rispetto ad altri che hanno percorso la stessa strada, barattando momentaneamente l’aggressività  per la quiete, però manca ancora qualcosa. Non c’è quella varietà  di tono e temi, quella scintilla che avrebbe potuto trasformare “Bone & Marrow” da onesto e sincero prodotto che interesserà  soprattutto i fan dei Defeater in un album per tutte le orecchie e i palati, scintilla che artisti come Greg Graffin ad esempio sono riusciti a conservare anche “ballando da soli”. Per ora arriva solo una sufficienza, in futuro chissà .

Bone & Marrow
[ Bridge 9 – 2013 ]
Similar Artist: Ryan Adams, Greg Graffin
Rating:
1. Keep Track/Lose Track
2. Drowned
3. I Don’t Feel Welcome Here or Anywhere
4. Cab Rides & Cigarettes
5. Limbs
6. Second Untitled
7. Rilke
8. Lucky Me
9. Family Tree
10. Whiskey & Wine
11. Third Untitled