Autore tre anni fa di un esordio passato inosservato dalle nostre parti, il duo newyorchese Buke And Gase torna a colpire, forte di un ep davvero convincente uscito a fine 2012: le quattro tracce (tra cui l’incredibile cover di “Blue Monday”) di “Function Falls” mostravano un muro del suono stratificato e paranoico, disturbante e ricco di groove. Tutto questo nonostante i Buke And Gase siano soltanto in due: coppia nell’arte e nella vita, Arone Dyer e Aron Sanchez sono anche gli artefici dei propri strumenti; il buke è, infatti, un ukulele modificato e affidato alle delicate mani di Arone (che canta anche) e il gase è invece un ibrido basso-chitarra creato e suonato dallo stesso Aron.

Non so se questa descrizione abbia spiazzato anche voi, ma fidatevi: i due, totalmente autarchici, sono dannatamente potenti e affascinanti. E il nuovo “General Dome” è la piena consacrazione per un sound peculiare e capace di affrontare spavaldo la migliore tradizione dell’indie-rock.
Negli undici brani (tredici se contiamo i due brevi intermezzi) dell’album si viaggia dal gusto noise dell’iniziale “Houdini Crush” fino al funky-pop molto catchy della conclusiva “Metazoa”: nel mezzo possiamo trovare l’irresistibile retrogusto marziale di “Hiccup” oppure la nervosissima “In The Company of Fish”, il minimalismo thriller della titletrack o il virtuosismo quasi prog di “Hard Times”, le scansioni math-rock di “Split Like a Lip, No Blood on the Beard” e la paranoia hardcore dell’eccezionale “My Best Andre Shot”.

Le aspettative del precedente “Function Falls EP” forse non sono completamente esaudite, era difficile ricreare la stessa variegata coesione del formato breve, ma in questo “General Dome” i due Buke And Gase continuano a stupire con l’enorme perizia tecnica, l’attenta cura del suono, l’indomita indole curiosa e i massicci groove, confermandosi come uno degli act più interessanti e caldi del panorama underground contemporaneo statunitense.

Photo Credit: Bandcamp