Da qualche anno a questa parte si può parlare di una vera e propria nuova ‘scena di San Francisco’. Una scena essenzialmente punk e garage che vede come punte di diamante il prolifico Ty Segall e i prolificissimi Thee Oh Sees. Ora vien fuori un ventisettenne che in realtà  al debutto non è (il suo esordio, buono tra l’altro, risale al 2011): si chiama Mikal Cronin ed è lo storico compagno di merende proprio di Ty. I due hanno fatto le scuole insieme e sono l’ideale coppia complementare: “sporco” Segall, dalla faccia pulita e dall’aspetto generale apparentemente più rassicurante Mikal.

Differenza che emerge anche sul piano musicale e sonoro: laddove il biondino terribile si assesta su standard più psych e polverosi, Cronin suona un pop (perchè di pop, in fin dei conti, si tratta) sdrucito, garage con ruggini addirittura grunge. E confeziona, con questo “MCII”, il disco perfetto con cui un gruppetto del liceo (o meglio del college) avrebbe vinto a mani basse la “battle of the bands” di fine anno.
La musica di Mikal Cronin è semplice, non siamo di fronte ad innovazioni di alcun tipo, ma ciò che distingue “MCII” da tantissimi altri dischi di questa risma è un gusto tutto particolare e ricercato, questo sì, per gli arrangiamenti: qua e là  trovano posto un pianoforte o un violino, l’uso di chitarra elettrica e acustica nello stesso pezzo è misurato, l’effetto party minaccia sempre di ottenebrare la sincerità  delle composizioni ma non arriva mai al dunque.

Dunque un disco bello fresco e a suo modo gagliardo, però mi sorge spontanea la domanda: a parte qualche bel guizzo, cosa rimarrà  di “MCII”? Scettico e prudente, dopo molti ascolti e altrettante ponderazioni, lascio a voi la possibilità  di aggiungere mezza stelletta. Io proprio non me la sento.