Bosnian rainbows, nome azzeccatissimo, è un progetto parallelo dei Mars volta, diciamo meglio del leader del gruppo di El Paso, Omar Rodrà­guez-López e del batterista Deantoni Parks.

Al loro fianco, in questa prima assoluta sotto questa ragione sociale, ci sono la cantante Teri Gender Bender (Le Butcherettes) e il tastierista Nicci Kasper (dark angels). Il quartetto sceglie di proporre una meltin’pot di quattro esperienze. Troviamo il garage spurio caro alla cantante che mischia, a tratti unici, post punk e neue deutsche welle con adamantina disinvoltura.

Il math di Rodriguez-Lopez si sposa invece coi tratteggi fuori schema di Parks. A Kasper si potrebbero attribuire note di colore anche perchè tutto è un po’ desunto dai tre membri di cui sopra, ma potremmo dire che una certa ispirazione puramente synth è merito sicuramente suo. Lavorato tutto su trama analogica, proprio per evitare particolari make up computerizzati, i Bosnians sfornano un pezzo tutto d’oro come singolo che porta il nome di “Turtle neck”, un gioiello di crepuscolare ricercatezza ritmica e incroci di sperimentazione avant-prog, dove tutto è portato ad un livello armonico a grand’angolo, senza dar più di tanto peso ai bassi. Una forma aperta e meticciata. Anche in Always on the run dove si lascia spazio ai timbri i procedimenti circolari si scontrano con una iperattività  strumentale a più direzioni e qui è sempre quel diavolo di Parks a metterci lo zampino ““ ascoltate attentamente il suo metronomico vivace ““ con una felice frivolezza da parte di Lopez che gioca sui livelli del compagno di brigata.

Nelle promiscue striature iniziali di “Eli” e “Worthless” come nelle textures panoramiche e pluricromatiche di “Eye fell in love” sono Bender e Kasper a primeggiare, con una certa cura dei vocalizzi e dell’ipnagogica assortita, motorik e giochi vintage inclusi. Sarebbe curioso chiedere a Lopez il motivo di questo moniker, ma a me piace spiegarmelo così: guerra, spartizione di zone, accordi sotto banco, poi alla lunga, una pace ragionevole. Il mare a portata di braccio, l’Europa ad un tiro di schioppo che prima ci viene addosso e poi ci sovrasta. Sono passati venti anni e ancora piove. Mother, father, set us free !