Negli Stati Uniti d’America, anno 2022, i nuovi Padri Fondatori hanno posto le basi per un elevato benessere economico ““ sociale: la disoccupazione tocca appena l’ 1%. Per mantenere basso l’indice di criminalità , tuttavia, i nuovi Costituenti stabiliscono, sulla base della teoria che la violenza sia un fatto innato nello spirito dell’uomo, di permettere ai cittadini, tra il 6 e il 7 marzo di ogni anno, di dare libero sfogo alla violenza accumulata e repressa nel corso dell’anno, depenalizzando qualunque tipo di reato per dodici ore.

James Sandin (Ethan Hawke) imprenditore nel campo della sicurezza domestica, si prepara con la propria famiglia ad affrontare il temibile coprifuoco accettato dalla comunità , quasi come una qualsiasi festività ,ma non tutto andrà  secondo i piani”…
Il film parte subito in quinta con una sequenza in cui sono montati una serie di video presi da telecamere di sicurezza che mostrano violentissimi omicidi con un sottofondo di musica classica;si crea così un contrasto netto con le immagini.
La scelta di non usare subito il metodo di ripresa tradizionale rende questo inizio il più vicino possibile alla nostra dimensione e crea un forte senso di angoscia nello spettatore e un’apertura di sicuro impatto.
Le vicende non sembrano essere ambientate in un mondo troppo diverso dal nostro e probabilmente se non fossesottolineatauna differenza temporale(siamo nel 2022 dopo una rifondazione societaria della nuova classe politica) sarebbe difficile accorgersene.
Ci è inoltre presentato il quartiere (molto Truman Show per lo stato di perfezione in cui tutto è tenuto) e il vicinato,in una sequenza poco meno efficace di quella iniziale, ma che riesce a focalizzare sulla gente modellata dai nuovi padri fondatori.

Superata la mezz’ora la pellicola però perde costantemente efficacia e porta lo spettatore in una vicenda colma di banalità  e finti colpi di scena.
Questo è un grande peccato perchè nel complesso sono inserite tante tematiche interessanti,partendo da uninsieme più generale in cui si critica il sostanziale uso incontrollato di armi negli states,il marcato dislivello tra classi,l’etica e la morale comune, fino ad arrivare al particolare e quindi ciò che riguarda le scelte di famiglia e i rapporti con i genitori.

Al regista si può inoltre appuntare un eccessivo richiamo al cinema dei maestri come via di fuga quando il suo script latita;si notano infatti molti richiami a “Cane di paglia”, “Arancia Meccanica”, “Funny Games”, “Distretto 13:le brigate della morte” e “Panic Room”.
James DeMonaco è qui sia sceneggiatore sia regista,ma se dal lato della scrittura toppa clamorosamente, dal punto di vista registico opta per alcune scelte interessanti: l’uso del dettaglio è spesso azzeccato oltre che funzionale alla narrazione enelle scene più movimentate riesce a tenere la mano ferma e a collocare la macchina nei punti giusti.

Il cast presenta almeno un paio di nomi altisonanti come Lena Headey, famosa per i ruoli da regina in “300” e “Game of Thrones”, ed Ethan Hawke, esploso con “Training day” e la trilogia del before(“Beforesunrise”, “Beforesunset”, “Beforemidnight” di cui vi consiglio la visione almeno dei primi 2 in attesa dell’uscita del terzo capitolo nel nostro paese), ma entrambi non portano prove memorabili.
Chi invece fa la parte del leone è senza dubbio Rhys Wakefield, inquietante, cattivissimo e con una somiglianza pazzesca al Michael Pitt di “Funny Games”.

La colonna sonora di Nathan Whitehead non è quasi mai protagonista ma rimane sempre sullo sfondo;tale scelta non va a intaccare negativamente sulla prova del compositore,anzi ne valorizza il lavoro,giacchètali melodie vivono di sfumature più che di un tema preciso e ricorrente.
Alla fine quello che rimane de “La notte del giudizio” è un soggetto con un potenziale enorme a livello ideologico e di puro intrattenimento,ma che una volta trasformato in sceneggiatura manca di coerenzae di spunti narrativi efficaci.

Rating:

Regia: James DeMonaco
Produzione: Michael Bay, Jason Blum, Andrew Form
Sceneggiatura: James DeMonaco
Fotografia: Jacques Jouffret
Montaggio: Peter Gvozdas
Costumi: Lisa Norcia
Scenografie: Melanie Jones
Colonna sonora: Nathan Whitehead
Con: Ethan Hawke, Lena Headey, Max Burkholder, Rhys Wakefield, Adelaide Kane
Durata: 85min









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