The Bank Robbers
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Una volta fatto ingoiare al lettore il nuovo disco dei toscani The Bankrobbers, “Folgen” quello che passa per la testa due secondi dopo è quello di esclamare “salta chi zompa”, e non potrebbe essere altrimenti, una infilzata di tracce che, se ballate fino all’ultima, un evidente dimagrimento da adipe del girovita e muscoli della gambe si farà  constatare in tutto il suo effetto “tonificante”.

Fun a doppio giro, pensieri coscienziosi, trentadue denti di spensieratezza e climi caraibici di casa nostra consumano un ascolto immediato, solare e impegnato, uno di quei dischi che preferiscono puntare direttamente al “move it” come messaggio della propria personalità , tracce e botte di umore colorato che non conoscono sosta o stanca e che vivono quella dichiarazione di indipendenza attraverso ritmi in levare, ska 2Tones sudaticcio, trombe strillanti e incitamenti anti/contro la maggior parte delle cose dettate da chi vorrebbe comandare prepotentemente tutti; meta in italiano e metà  in inglese il disco degli agitati The Bankrobbers è un tripudio di energia, interamente ballabile e completamente libero da ganci o fibbie discografiche nel senso di costrizione creativa, tutto si muove con la forza cinetica di una umanità  di fondo che ““ come unica forma di etichettabilità  ““ conosce e riconosce libertà  e ancora libertà .

La band toscana non vuole far “pipponi” educatori o sobillatori, il loro è un continuo e accessibile stato di festa che attraverso suoni, timbri, salti ed immaginazioni di piazze zompettanti, descrive e avvolge cuori e voglie di riscatto, il reggae sognante di “Allo specchio”, il vezzo Tarantiniano che esplode in “The ballad of Billie and John”, “Laura”, le onde Med/Mex che bagnano “Strade e fantasmi”, tutto ha una sua funzione carezzevole, ogni cosa è messa al punto giusto per sollevare una volta tanto lo spirito di chi mette l’orecchio dentro questa piccola ed inguaribile botta di vita dai colori dell’arcobaleno.